Documento su Israele‐Palestina approvato dall’Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (21 ottobre 2023)

Ancora una volta in Medio Oriente scoppiano scontri armati che in pochi giorni hanno causato migliaia di vittime israeliane e palestinesi. Il brutale attacco terroristico di Hamas contro obiettivi civili israeliani del 7 ottobre scorso ha infatti provocato la prevedibile e forse calcolata reazione di Israele che, a sua volta, ha colpito civili palestinesi. Questi eventi hanno mostrato la disumanizzazione del prossimo, che porta alla comprensione dell’altro come nemico da distruggere. Ancora una volta si è così innescata una spirale di odio e di violenza che ha come prime vittime civili impauriti e talora indifesi, come le migliaia di persone che speravano di trovare rifugio nell’ospedale Al Ahli Arab di Gaza e che, invece, sono diventate bersaglio di un’azione militare le cui responsabilità sono ancora da accertare.

La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI)

con il pensiero rivolto alle vittime di questa tragica escalation militare, incoraggia le chiese a pregare per una giusta pace in Medio Oriente, costruita sui pilastri della giustizia, della sicurezza e dei diritti umani per tutti i popoli della regione.

Associandosi agli organismi ecumenici, a iniziare dal Consiglio Ecumenico della Chiese (CEC), per parte sua chiede al governo italiano di adoperarsi per favorire il cessate il fuoco da tutte e due le parti e, nell’immediato, per l’apertura di corridoi umanitari che consentano alla popolazione civile di raggiungere luoghi sicuri e protetti.

Esprime la propria costernazione per la popolazione civile di Gaza che viene indiscriminatamente colpita da questa escalation, in contrasto con i principi della Convenzione di Ginevra, e chiede che vengano garantiti canali umanitari per l’approvvigionamento alimentare, il soccorso e la cura dei feriti. Esecrando la strategia terroristica di Hamas e di altre sigle del fondamentalismo islamista, prende positivamente atto delle posizioni assunte dalle principali associazioni dei musulmani in Italia e auspica la creazione di un ampio fronte ecumenico e interreligioso, capace di opporsi con tutte le sue forze all’uso blasfemo del nome di Dio per giustificare guerre, violenze e atti terroristici.

Denuncia la violenza dell’antisemitismo che, talvolta coperto da argomentazioni politiche, continua a colpire anche in Europa. Al tempo stesso respinge l’idea falsa e strumentale che i terroristi di Hamas rappresentino il popolo palestinese o siano genuina espressione dell’Islam. Come ogni fondamentalismo politico-religioso, anche quello di Hamas è un’ideologia estremista avversata da milioni di musulmani, nel mondo arabo come altrove.

Nella convinzione che non ci sarà mai pace senza giustizia e sicurezza, sia per gli israeliani che per i palestinesi, incoraggia le chiese a partecipare a manifestazioni e movimenti che si impegnino in questa direzione inclusiva, capace di comprendere le ragioni, le differenze e la disperazione degli uni come degli altri.

Preghiera per la pace

Martedì 12 Dicembre alle ore 18 si terrà un momento di preghiera  per la Pace che è stato pensato dal consiglio del I° Circuito.
Nell’organizzazione sono state coinvolte alcune delle realtà religiose della valle con cui è stato possibile mettersi in contatto, riconoscendosi nella comune vocazione all’unità che il Signore ci rivolge e con la fiducia che la testimonianza della speranza che il Signore ci dona possa essere la base della comune preghiera.

Vi invitiamo dunque a partecipare per ritrovarci insieme presso il tempio di Torre Pellice.

SOS Rosarno: nuovo ordine!

È ripartito il progetto Rosarno-Valli e la consegna del primo ordine è prevista nella settimana del 18 dicembre: l’avviso arriverà a tutti via mail.

Da anni, ormai, la nostra comunità riserva una generosa risposta alle arance (e non solo!) di Etika, il progetto di Mediterranean Hope in collaborazione con l’associazione Sos Rosarno e la cooperativa sociale Mani e Terra.

Desideriamo quindi fornirvi notizie sulle iniziative solidali realizzate o in corso di realizzazione: per ogni vasetto di trasformati a base di peperoncino acquistato verrà destinato un euro a Gazzella ONLUS, un’associazione senza fini di lucro che si occupa di assistenza, cura e riabilitazione dei bambini palestinesi feriti da armi da guerra, essenzialmente nel territorio di Gaza e soprattutto attraverso l’attivazione di adozioni a distanza dei bambini feriti.

Per ogni vasetto di marmellata, verrà invece destinato un euro a ResQ – People saving people, per salvare vite umane e salvaguardare i diritti umani.

Infine, l’ultimo progetto realizzato con i fondi donati si chiama Dambe So, che in lingua bambara significa Casa della dignità: uno stabile di due piani nella Piana di Gioia Tauro, disabitato da molti anni, che la proprietà ha ristrutturato grazie ad un contratto di affitto con Mediterranean Hope.

Un ostello che durante la stagione di raccolta offre un tetto dignitoso a 40 lavoratori e in estate è messo a disposizione di turisti responsabili e solidali. Una soluzione abitativa che non grava sulla collettività, nel senso che non prende un centesimo dallo Stato, ma si autosostiene con donazioni, con una quota derivante dalla vendita delle arance e con un contributo volontario alle spese da parte dei lavoratori che ci vivono.

Manifestazione contro la violenza sulle donne

Una partecipazione sentita, compatta ed emozionata, quella che si è registrata in occasione della manifestazione contro la violenza sulle donne, tenutasi per le vie del centro di Torre Pellice, venerdì 24 novembre.

Il Coordinamento Donne Val Pellice ha organizzato l’evento con la collaborazione di enti e associazioni sul territorio, tra cui Svolta Donna Pinerolo, Anpi, Uomini in Cammino, Ipazia Spazio Donna, per citarne alcuni.

Il corteo, formato da circa 300 persone, è partito alle 17 da Piazza San Martino ed è proseguito fino alla Galleria Scroppo.

Il percorso è stato intervallato da letture a cura del Circolo LaAV – Letture ad Alta Voce e del Liceo Valdese, dai canti del Coretto e si è concluso, nel giardino della Biblioteca, con i saluti delle istituzioni e con uno spettacolo teatrale del gruppo Lucechevola.

“La violenza contro le donne è un male che possiamo debellare solo se agiamo insieme” – ci ha ricordato Valentina Cera, consigliera della Città Metropolitana con delega alle Pari opportunità, che ha partecipato alla manifestazione.

Insieme, donne e uomini, in famiglia, nell’educazione di figlie e figli, nella scuola, nel nostro modo di vivere quotidiano, nel linguaggio che usiamo, nella politica, nelle istituzioni.

Insieme per fare rumore, richiamando l’appello di Elena Cecchettin a fronte della morte della sorella Giulia, barbaramente uccisa dal suo ex fidanzato, per urlare contro i femminicidi (oltre 100 donne uccise ad oggi in Italia, una ogni 3 giorni), contro il patriarcato, contro la violenza economica, contro la violenza psicologica.

Insieme verso un cambiamento sociale, più che mai necessario.

Istruzione femminile valdese nell’Ottocento

E’ importante, ogni tanto, ristudiare la nostra storia passata.

Per questo siamo davvero grati a Sara Rivoira che nel pomeriggio del 24 settembre, ai Coppieri, ci ha illustrato in un’efficace sintesi la realtà dell’istruzione nelle nostre valli nell’800, con particolare riguardo a quella rivolta al mondo femminile.

Già a metà del ‘700 esisteva una rete di scuole elementari di quartiere e di capoluogo, condotte dai régents, per bambine e bambini.

Importante era imparare a leggere per potersi avvicinare alla Bibbia.

Proprio il 17 settembre scorso è stata festeggiata la ristrutturazione dell’antico tempio-scuoletta del Ciarmis.

Ma è nei primi decenni dell’800 che il sistema scolastico venne ampliato e riorganizzato grazie al contributo economico e programmatico dei comitati delle chiese protestanti inglesi e olandesi e di alcuni benefattori quali William Gilly e Charles Beckwith.

Per alfabetizzazione di base, in realtà, le valli valdesi non costituivano un “unicum”, ma senza dubbio disponevano di un numero di scuolette (fino a 170) assolutamente superiore rispetto ad altre zone montane.

L’istruzione secondaria, però, era destinata solo ai ragazzi, mediante una Ecole générale volta a fornire le basi della cultura classica ai giovani che avrebbero intrapreso la carriera pastorale e una scuola Normale per la formazione dei maestri.

Nel 1831 fu fondato a Torre Pellice il Collegio, auspicato e sostenuto soprattutto dal Gilly. Alle ragazze era ovviamente preclusa la frequentazione di queste scuole.

Nella prima metà dell’800, tuttavia, si sentì l’esigenza di dotare anche le adolescenti di una formazione e di competenze (dalla lettura e scrittura in italiano e in francese al cucito e ricamo, dall’aritmetica al comportamento e al governo della casa) che permettessero loro di poter trovare lavoro “a servizio” in città e soprattutto di diventare buone madri di famiglia.

Grazie a finanziamenti esteri, nel 1826 furono aperte le prime scuole femminili valdesi – les écoles des filles – (per la prima volta con insegnanti donne), per fanciulle dai 10 ai 16 anni, che furono discretamente frequentate e rimasero aperte fino al 1911 quando l’istruzione passò in mano allo Stato unitario.

L’attenzione particolare che Beckwith prestò all’istruzione femminile lo portò nel 1837 a fondare un istituto superiore per le ragazze valdesi di famiglia agiata, il Pensionnat.

Oltre alle varie materie, insegnate in modo più approfondito, era dato molto spazio agli ideali di ordine, moralità e religiosità appropriati per delle future mogli di pastore o di uomini di alta condizione.

Il Pensionnat si chiuse nel 1908 con l’apertura – a fine ‘800 – del Collegio valdese alla frequenza femminile.

Un discorso a parte merita l’Ecole des filles pauvres, la cui storia è stata con grande sensibilità rievocata da Gabriella Ballesio e da un pronipote di Georges Appia domenica 8 ottobre, in occasione dell’inaugurazione di una appropriata targa al vecchio presbiterio dei Coppieri.

Presenti anche diversi membri della Société di Ginevra Louis Appia (medico, fratello di Georges e cofondatore della Croce Rossa).

Negli stessi anni in cui a Torre fu aperto l’Orphelinat che assicurava un’istruzione elementare, il pastore Georges Appia fondò l’Ecole des filles pauvres per accogliere le fanciulle di famiglie particolarmente indigenti.

La scuola – diretta da Giuseppina Berio d’Espine, donna generosa e sensibile che era entrata con il marito nella chiesa valdese – per più di dieci anni assicurò una formazione adeguata a molte ragazze che spesso, poi, trovarono impiego all’estero come domestiche presso famiglie importanti.

Ancora una volta i principi educativi erano: lavoro, rettitudine, coscienza.

Noi e l’ambiente

Anche quest’anno abbiamo deciso di aderire come chiesa di Torre Pellice, sempre insieme alle chiese di Villar e Bobbio, e di invitarvi convintamente a tirarvi su le maniche e partecipare all’Edizione 2023 di Puliamo il mondo. Perché ha molto a che fare anche con la nostra fede.

Puliamo il Mondo è l’edizione italiana di Clean up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale a livello planetario, con circa 3.000.000 di persone coinvolte ad ogni edizione.

È un’iniziativa di cura e pulizia del territorio, coordinata in Italia da Legambiente, con la collaborazione di associazioni, amministrazioni cittadine ed enti locali.

Con Puliamo il Mondo si vuole invitare la società civile ad essere protagonista di un impegno condiviso per difendere il territorio dal degrado, permettendo ad ognuno di noi sia di fare un piccolo gesto per riappropriarsi di un angolo del nostro Paese, sia di comprendere meglio che il primo passo da fare, per evitare il degrado ambientale, è non sporcare.

Dunque, vi diamo appuntamento per questo importante gesto di cura del creato per sabato 21 ottobre alle 14.30 davanti
alla Casa Unionista. Segnatevi la data!

Conversazioni su fede e testimonianza e nel mondo

E’ stato un bel pomeriggio il 6 agosto 2023.

Talmente bello che ci siamo ritrovati molto numerosi sul piazzale del tempio, all’ombra dei due grandi alberi che con la loro sola presenza comunicano gioia e riconoscenza. L’incontro aveva come tema: “Diaconia e esistenza della chiesa.

“Questo è anche il titolo di un volume Claudiana del 1960, con sottotitolo: “Il compito della chiesa non è quello di vivere per sé, ma di vivere per il mondo, non di salvare sé stessa (poiché Cristo l’ha salvata) ma di portare al mondo il Cristo salvatore “, che ha guidato la riflessione della Commissione Evangelizzazione della nostra chiesa locale per l’incontro di quella bella domenica pomeriggio.

Anche l’esperienza del Tempio Aperto, le domande dei visitatori di passaggio, curiosi della nostra storia, del nostro modo di tentare di parlare della nostra fede e dell’amore del Signore per tutto il suo creato, ci ha stimolati a scegliere questo tema.

Una cosa è apparsa subito molto chiara: non eravamo lì per ascoltare una conferenza ma bensì per riflettere insieme sul nostro essere chiesa che non può non occuparsi di diaconia.

Eravamo tutti pieni di aspettative, pronti a metterci in gioco, partecipando ad un incontro che ci invitava a parlare della nostra vocazione di credenti nel mondo di oggi.

La domanda sottesa era impegnativa: “Come vivere la nostra vocazione di credenti nel mondo di oggi? In che rapporto sta la nostra fede con le scelte che compiamo nel mondo? Chiesa e diaconia sono due realtà separate?”.

Non essendo una conferenza ma un pomeriggio di ricerca comunitaria, i “relatori/trici” sono stati i membri stessi della commissione evangelizzazione: Carla Beux , Michel Charbonnier, Paola Gisola, Rossella Sappé, con la presenza fondamentale di Marco Jourdan che ha partecipato in passato alla stesura del libro Claudiana.

Ha coordinato l’incontro il pastore Davide Rostan.

Il pomeriggio si è dipanato su questi temi con numerosi interventi del pubblico, che, dati i diversi luoghi di provenienza, hanno presentato storie di interventi diaconali diversi, con risposte differenti a seconda dei contesti, hanno portato esperienze di difficoltà, ma evidenziando che quello che ci spinge come credenti è la ricerca della nostra relazione con Gesù Cristo e la consapevolezza che abbiamo bisogno di esserne testimoni.

La diaconia è uno dei modi che ci consentono di metterci in rapporto fraterno con gli altri, con tutti gli altri.

Perchè viviamo in mezzo a sorelle e fratelli con i quali non possiamo non condividere una parte della nostra vita, con i quali possiamo tentare dei rapporti di solidarietà e di vicinanza, soprattutto con chi si trova in difficoltà.

Chiesa e diaconia non sono due realtà separate.

Possiamo cercare di agire in risposta all’amore ricevuto dal Signore.

Oltre ad agire e vivere nell’amore del Signore dovremmo parlarne senza timidezza.

Questo è annunciare la Parola del Signore.

Ma qui il compito è immenso e tocca a ognuna ed ognuno di noi.

Serata pubblica del Sinodo

Voci di donne e musica di donne: Daniela di Carlo, pastora valdese; Asmae Dachan, giornalista italo-siriana, docente, fotografa, poeta e scrittrice, esperta di diritti umani e di dialogo interreligioso; Annalisa Camilli, giornalista che si occupa di immigrazione e crisi umanitarie; Magali Gonnet, musicista, organista, insegnante. Conclusioni della moderatora Alessandra Trotta; queste le protagoniste della serata pubblica del 21 agosto scorso, moderata dalla giornalista Susanna Ricci.

Il titolo, “Oppressione, resilienza, trasformazione: donne nello spazio pubblico”, ovvero: parlare di donne significa parlare di trasformazione
del mondo. E così è stato negli interventi intensi e profondi, perché nella diversità dei linguaggi e delle esperienze sono emersi forza, tenacia e l’esercizio collettivo del coraggio.

Daniela di Carlo ha raccontato i passi di questo tempo nuovo, adatto per vedere, dire, contrastare, cambiare; ha fatto affiorare la rete virtuale tra uomini e donne, tessuta dalle donne, una rete internazionale che mette insieme i soggetti oppressi e sposta il mondo.

Asmae Dachan ha parlato come osservatrice e studiosa dei Paesi che riesce a visitare.

Ha raccontato la sofferenza che ha visto, dall’Etiopia con la guerra nel Tigrai, alla Tanzania dove le donne hanno in comune con l‘Etiopia lo sfruttamento delle lavoratrici domestiche che vanno a lavorare nei ricchi Paesi del Golfo e, come schiave, perdono i sogni, il riposo, il passaporto e i cellulari (sequestrati). Senza dimenticare la Siria, paese natale, da sempre terra d’arrivo, che ha dovuto fare i conti con guerra, terrorismo e fuga di massa.

Ma Asmae non ha parlato soltanto di oppressione, ha citato anche la resilienza di donne che, ovunque, hanno imparato a fare rete, si sono rimboccate le maniche e prendendo il dolore tra le mani l’hanno trasformato per proteggere le nuove generazioni. Infine Annalisa Camilli ha avviato la sua testimonianza a partire da una domanda e una constatazione: nonostante il protagonismo femminile e la presenza nei posti di potere, le donne continuano a essere uccise, violentate, stuprate. E ha ricordato le vittime per nome perché ricordarle significa sottrarle all’invisibilità.

Per gli intervalli musicali, Magali Gonnet ha scelto quattro donne e le loro composizioni per pianoforte (tre di epoca romantica e una di epoca contemporanea).

Noi e l’ambiente

Il 5 giugno si è celebrata la giornata mondiale dell’ambiente.

La Commissione Ambiente del Comune di Torre Pellice ha organizzato in tale occasione un duplice evento improntato sul tema della tutela delle acque.

Al mattino, con le cinque classi elementari della scuola Rodari, si è tenuto in località ponte Bertenga un momento di laboratorio sulla vita esistente nelle acque del torrente Pellice.

L’osservazione si svolgeva attraverso il prelievo di piccoli invertebrati dall’acqua, con una particolare attrezzatura, seguito da una classificazione degli animali stessi attraverso l’uso di schede esplicative.

L’attività si è potuta svolgere grazie all’intervento dell’associazione ATAAI-ODV (Associazione per la Tutela degli Ambienti Acquatici e dell’Ittiofauna) e di alcuni studenti laureandi che collaborano con la suddetta associazione.

Il secondo evento era rivolto a tutta la popolazione con la presentazione dei risultati della campagna di monitoraggio delle acque del torrente Pellice, condotta dall’équipe di ALPSTREAM nel periodo gennaio-dicembre 2022.

Il lungo e interessante resoconto esposto dal prof. Stefano Fenoglio, dell’Università di Torino, referente dell’équipe di studio, ha evidenziato attraverso diapositive i risultati della ricerca sul campo che consiste nella rilevazione della quantità degli inquinanti presenti nel torrente a monte e a valle dello scarico del depuratore in località ponte Blancio.

I risultati sono apparsi abbastanza positivi nel senso che non sono stati riscontrati dei grossi incrementi di inquinanti a valle del depuratore, a dimostrazione del fatto che il depuratore stesso esegue la sua funzione, anche grazie agli interventi regolari e periodici di manutenzione, come evidenziato dalla referente dell’ACEA invitata alla serata.

Diversi sono i valori degli inquinanti trovati a seconda della quantità di acqua presente nel torrente, a dimostrazione del fatto che se lo stesso ha una buona portata, gli inquinanti si diluiscono e non comportano problemi; da qui la necessità di limitare le captazioni e gli interventi in alveo al fine di permettere al corso d’acqua di autodepurarsi.

Molti gli interventi dal pubblico, a partire dal chiedersi il perché a monte del depuratore il corpo idrico sia già inquinato, (scarichi abusivi? malfunzionamento dei depuratori a monte?), a quando sarà realizzato il collegamento di tutta la valle all’unico collettore e depuratore già funzionante a Garzigliana.

L’argomento è parso in tutta la sua complessità anche alla luce dei lunghi periodi di siccità trascorsi e del modo banale in cui sovente il problema viene affrontato anche dai nostri politici.

Nota dolente: a parte Torre Pellice, si è evidenziata l’assenza degli amministratori degli altri Comuni della valle, come se il torrente non scorresse anche nei loro territori.

Viaggio della memoria

Da martedì 16 a domenica 21 maggio 2023 si è svolto il “Viaggio della memoria” organizzato dall’associazione Amici del Collegio e dal Liceo valdese.

Secondo una prassi ormai consolidata di scambio intergenerazionale – viaggio della memoria 2014, Siracusa 2015, Grecia 2019 – gli studenti della quinta liceo e un gruppo di adulti esterni alla scuola hanno ripercorso assieme le tappe che portarono molti partigiani delle valli al campo di concentramento di Mauthausen in Austria.

Filo rosso del viaggio è stata la figura di Jacopo Lombardini che gli studenti hanno studiato nel corso di Storia locale, impegnandosi anche alla posa di una pietra d’inciampo in sua memoria, e hanno ricordato in ogni tappa con letture di testimonianze e ricordi del partigiano nonviolento ucciso poco prima della liberazione del campo.

Sono state diverse le tipologie del fare memoria vissute durante il viaggio: più tradizionale, ma molto emozionante alle carceri Nuove e al campo di Fossoli, simbolica ed evocativa al Museo del Deportato di Carpi, uno spazio aperto alla cittadinanza a Bolzano, una visita individualizzata e personale a Mauthausen e una visita a più voci che ricostruiscono il campo che non c’è più con le sue incongruenze e assurdità a Gusen.

Non sono certo mancati momenti più turistici, come la vistita dei bei centri storici di Carpi, Bolzano e Linz, ma senza dubbio ciò che ha colpito maggiormente i partecipanti è l’aberrazione umana evidenziata via via durante il viaggio come si evince da alcuni commenti degli studenti: «Un viaggio nell’oscurità umana» (Gabriele), «La memoria ha diverse voci» (Alice), «La libertà ha sempre un prezzo» (Morena).

Durante il viaggio Anna Giampiccoli – regista del docufilm Protestanti e libertà Jacopo Lombardini (2021) realizzato con il gruppo teatro e cinema del Liceo valdese – ha effettuato riprese e interviste per una restituzione pubblica prevista nel prossimo autunno.