Incontro con Laura Nisbet alla festa dei Coppieri, 29 settembre 2024

Domenica 29 settembre abbiamo avuto il piacere, all’interno della consueta festa dei Coppieri, di conversare con Laura Nisbet della sua lunga ed esilarante esperienza in Africa.

Ci ha presentato il suo libro “Le mie Afriche”, uno spaccato di vita missionaria di incredibile tenacia e fede; un esempio di perseveranza e amore per l’Evangelo.

Abbiamo continuato a chiacchierare con lei, al buffet preparato dalle donne del quartiere dei Coppieri; delizie di diverse parti del mondo, dall’Indonesia al Marocco.

Tutto questo è stato occasione di incontro e condivisione, cose fondamentali per conoscersi meglio e crescere come comunità.

E’ stato bellissimo, vedere come l’impegno di tutti ha creato una giornata ricca di momenti speciali.

Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato perché questa giornata sia stata possibile, e a tutte le persone che hanno condiviso con noi questo piccolo, ma meraviglioso, evento.

Dal Sinodo

Per il secondo anno consecutivo, un po’ com’era nelle nostre intenzioni, abbiamo avuto l’opportunità di essere deputati al Sinodo 2024 per la nostra comunità.

Rimandiamo all’incontro assembleare di domenica 10 novembre per descrivervi quanto si è detto, si è proposto, si è deciso e ragionare assieme a voi sullo stato della chiesa e le direzioni che vuole prendere.

Con queste poche righe vogliamo solo sottolineare alcuni momenti caratterizzanti questa ultima assise.

Particolarmente rilevanti sono stati i saluti di una quarantina di ospiti provenienti da chiese sparse nel mondo. Interventi che hanno sottolineato per lo più gli 850 anni del nostro movimento, enfatizzati forse più dagli altri che da noi e che ci hanno dato la bella conferma che apparteniamo a una chiesa più universale delle nostre piccole realtà locali.

Conferma che peraltro viene data annualmente dal Sinodo ai fratelli e sorelle che raggiungono Torre Pellice da lontane e sperdute comunità e che riprendono fiato, consapevoli di una chiesa “che c’è”.

Rispetto ai dibattiti dello scorso anno, molto autocentrati sull’organizzazione interna, quest’anno lo sguardo si è allargato maggiormente al mondo esterno. Si è dedicato ampio spazio al confronto sulla nostra posizione e sulle azioni concrete che, come credenti, dobbiamo intraprendere su temi cruciali come i conflitti in atto, primo fra tutti quello nell’area palestinese che particolarmente ci lacera come cristiani che riconoscono le proprie radici nel popolo di Israele.

E poi i culti, di apertura con la bella predicazione e la consacrazione di due pastori e di chiusura quando i lavori vengono in qualche modo ricondotti nel solco del nostro essere chiesa insieme.

A conferma di quanto ha detto una nostra ospite “Nous sommes minoritaires, mais insoumis”

Per tutto il resto, e di cose ce ne saranno da dire…ci vediamo il 10 novembre!

Maestrine – Un viaggio dalle Valli Valdesi a Riesi

Fra le iniziative proposte durante il Sinodo da FFEVM (Federazione Femminile Valdese e Metodista) e FDEI (Federazione Donne Evangeliche in Italia) vi vogliamo raccontare lo spettacolo teatrale elaborato dal Coretto valdese di Torre Pellice e proposto in due repliche.

Molto importante, ma poco conosciuto e – forse – poco riconosciuto, è il prezioso lavoro delle numerose maestre delle Valli che, dopo le Lettere Patenti del 1848, si misero volontariamente al servizio del Comitato di Evangelizzazione accettando di andare ad insegnare nelle scuole presso le nuove chiese valdesi che si andavano formando in tutta Italia.

Giovani donne che hanno dimostrato una fede e un coraggio esemplari nell’affrontare solitudine e condizioni di vita quotidiana molto dure in paesi lontani dalle Valli – in contesti assai diversi per natura, costumi, abitudini, religione – lavorando al servizio della Chiesa per diffondere l’alfabetizzazione, indispensabile per l’identità confessionale e l’evangelizzazione.

Una realtà davvero poco conosciuta. Ed è per questo che siamo particolarmente riconoscenti al Coretto valdese di Torre Pellice per lo spettacolo/concerto “Maestrine – Un viaggio dalle Valli Valdesi a Riesi ” che ci ha offerto al teatro del Forte il 25 agosto (giorno dell’inaugu-
razione del Sinodo) dopo il grande successo della “prima” presentata a Riesi il 30 aprile.

Un lavoro delicato dai toni sobri e allo stesso tempo intensi e poetici che – attraverso immagini, parole, canti struggenti – ci racconta la storia di Jeanne Bonnet, nome di fantasia, una giovane donna che ha potuto studiare grazie ai sacrifici della sua famiglia contadina e ad alcune borse di studio e che – spinta dalla fede – lascerà la val d’Angrogna per andare a insegnare a Riesi, dove rimarrà fedele alla sua vocazione malgrado le difficoltà, come ci viene testimoniato dalle sue lettere ai familiari e al Comitato di Evangelizzazione.

Alla fine, e anche durante lo spettacolo, lunghi e calorosi gli applausi per Cristina e tutto il gruppo da parte del numeroso pubblico.

Il Coretto incontra Riesi e la Sicilia

Metti insieme una giovane maestra di fine ‘800, una giovane insegnante ed animatrice che nel 2017 prese la strada per il Servizio Cristiano, un coro giovanile desideroso di andarla a trovare, mescola bene tutti gli ingredienti e ne verrà fuori un mix esplosivo e travolgente!!

Così è stato il recente viaggio del Coretto di Torre Pellice in Sicilia. Accolti, il 27 aprile scorso, da una “mamma” Etna vigile e innevata, sotto un sole mitigato dal vento e su comodi pulmini che diventeranno la nostra casa, attraversiamo aranceti, campi di grano, dolci colline ora brulle, ora verdeggianti, prima di raggiungere Riesi, posata anch’essa su delle colline, una delle quali, il Monte degli Ulivi, ospita dal 1961 il Servizio Cristiano.

L’opera voluta dal pastore Tullio Vinay e progettata dall’architetto Leonardo Ricci ci accoglie con la bellezza dei suoi edifici immersi nella natura, costruiti senza abbattere nessuno degli ulivi secolari preesistenti, circondati anzi di muretti protettivi per conservarli e trasmettere alle nuove generazioni l’amore e il rispetto per il territorio e l’ambiente, come fonte di vita e di riscatto per l’essere umano.

La prima accoglienza, in verità, ce la fa Foffo, il dolcissimo cane di Dorina, una dei primi direttori del Coretto, che insieme a Maurizio ci ha raggiunti, in camper, da Udine. Foffo, ormai, ci conosce, e ci sente arrivare…!!

Da quel momento, ci aspettano tre giorni intensi di incontri, canti, risate, spazi di riflessione e di svago.

Incontri Jacqueline, che ti spiega con orgoglio che al SC si mangiano verdure bio dell’orto di casa, che il sapiente Momo, coadiuvato da uno staff gentilissimo, trasforma in piatti gourmet, incontri la staff di Agape in retraite, l’Assemblea degli Amici e Comitato generale, la Moderatora che predicherà la domenica su un testo difficile, Natan che apre gli occhi a Davide sulla gravissima prevaricazione che compie, forte della sua posizione di potere.

Incontri Giovanni, pronto ad affrontare col sorriso il Consiglio di Chiesa per venire incontro alle nostre richieste più strampalate, come quella di fare due buchi nel muro del tempio per appendere il telo per la nostra proiezione (tranquilli, non è stato necessario!).

Incontri finalmente Irene, la nostra “maestrina” (ma l’avevamo virtualmente già incontrata al nostro arrivo, anche solo facendo un aperitivo: “ Ah, siete il coro, Irene ce l’aveva detto”, “Irene ci ha dato disposizioni”..), che ci raggiunge sotto il sole della Valle dei Templi.

Incontri il mare, che invita i più temerari ad un abbraccio con la sua acqua fresca (“ma io faccio il bagno nei tumpi, cosa vuoi che sia?”).

Incontri Montalbano, la sua casa, il suo commissariato.

E poi, incontri la comunità. Al singolare, perché la comunità di fede è una, al Sud come al Nord, valdese e metodista insieme.

Ed è un incontro folgorante, dove lo scambio è reciproco. Il Coretto porta, umilmente, la sua storia, “Maestrine” (contemporanee alla “maestrina della penna rossa” di De Amicis) a chi, di quella storia, è frutto e quel testimone ha raccolto e portato avanti, con tenacia, fede, resilienza.

Porta la sua gioia, il suo canto. E riceve la profonda testimonianza, a Scicli come a Riesi, di come quella fede non sia rimasta chiusa nel tempio, ma si sia tradotta in pratiche di accoglienza, di legalità, di sostegno alle persone fragili.

Non alle Valli, dove siamo in tanti. E anche quando questo abbia significato subire attacchi da parte di fascisti contrari all’azione della Casa delle Culture, a Scicli, o della mafia, indispettita che un “suo” bene espropriato sia stato affidato in gestione al Servizio Cristiano.

Fede di frontiera, passione, amore per il prossimo.

Questo ci portiamo a casa, insieme alle storie e ai volti di persone divenute care, con la consapevolezza che gli incontri si sono trasformati in legami.

E ti guardi intorno, l’ultima sera, solo più noi nel refettorio del SC, 20 persone a cantare tutto il cantabile, racchiuse tra due date, 8 novembre 1945 e 8 novembre 2008, data di nascita del più grande e della più piccola, e puoi solo ringraziare il Signore di far parte di un gruppo così, che continua a trasmettere alle nuove generazioni tanti valori attraverso il canto.

Tempo di un “Possa la tua strada”, nella hall dell’aeroporto, e siamo a casa.

Giornata mondiale di preghiera

Come ogni anno, il primo venerdì di marzo si celebra insieme ecumenicamente la “Giornata Mondiale di Preghiera”, un’occasione per informarsi, pregare e agire, guidate/i dalle donne cristiane di un Paese, ogni volta diverso.

Anche quest’anno il gruppo ecumenico del pinerolese organizza il culto della GMP, per domenica 3 marzo alle ore 15, nel tempio valdese di Pinerolo.

La predicazione è stata affidata alle sorelle cattoliche, mentre la liturgia è stata preparata, già alcuni anni fa, dalle sorelle delle chiese cristiane della Palestina, prima dell’attuale drammatica situazione.

Il tema che le sorelle palestinesi hanno scelto per la celebrazione viene dalla lettera agli Efesini: “Sopportatevi con amore” (Ef. 4,2).

CONTA: una campagna per le contribuzioni

Perché una campagna per le contribuzioni?
Le chiese valdesi, dal punto di vista economico, vivono grazie ad un sistema partecipativo: ciascun membro versa la propria contribuzione per il mantenimento delle attività della chiesa e delle persone che ci lavorano. Tante cose che a volte diamo per scontate esistono grazie a questo semplice meccanismo: attività per i più piccoli, catechismi, accompagnamento nei momenti di lutto, predicazioni e incontri biblici, cura pastorale, sostegno economico di pastori e pastore in servizio e in pensione.

Senza persone che contribuiscono non avremmo tutto quello che fa funzionare le chiese locali come le conosciamo oggi.

Ma le contribuzioni sono da molti anni in continua decrescita e le ragioni sono varie: la diminuzione della popolazione ecclesiastica e del reddito medio, i processi di secolarizzazione, il minor senso di partecipazione e di responsabilità personale al supporto alla vita della chiesa.

La riflessione su questo tema dura da tempo, ma il percorso di questa campagna è più recente e nasce nel novembre 2022 con la creazione di un gruppo di lavoro che si è confrontato sulla crisi delle contribuzioni nel nostro Distretto (e non solo) e sulle possibili azioni da intraprendere per provare a porvi rimedio.

Ogni chiesa locale ha sempre messo in atto le proprie iniziative di sensibilizzazione, ma oggi si è ritenuto importante aggiungere un intervento organico comune a tutte le chiese, perché sia chiara la rilevanza della questione: non è un piccolo problema locale, ma una criticità seria, della chiesa tutta. È importante parlarne.

Per questo la Conferenza Distrettuale a giugno 2023 ha incaricato la CED di predisporre una “campagna di comunicazione” per diffondere nelle comunità l’urgenza di questo appello e contribuire al futuro della nostra chiesa.

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Questa campagna, elaborata grazie anche al lavoro di Vibes e RBE, ha un titolo semplice: CONTA.

Il messaggio, chiaro e stringente, vuole accostare il significato economico a quello della presenza attiva.

Tutti e tutte possono vedere i conti delle nostre chiese e rendersi conto della carenza sistemica; ma tutti e tutte possono anche esserci, partecipare e fare la differenza con la propria presenza: in una parola contare.

Articolo tratto da: https://www.vallivaldesi.chiesavaldese.org/conta/

Notizie dalla Casa delle Diaconesse

Eccoci prossimi al Natale e vicini quindi a molte occasioni di incontri, di festa e di riflessioni.

Anche la Casa delle Diaconesse vuole affrontare questo ultimo periodo dell’anno rinnovando alcune opportunità di condivisione con parenti, con amici e sicuramente anche con le sorelle e i fratelli della nostra chiesa.

Data la stagione invernale, per gli ospiti è sicuramente più difficile poter uscire dalla Casa e per questo l’invito rivolto è quello che siate voi a varcare la soglia della residenza per venire a trovarci per un saluto, un augurio, per portare un sorriso o per fare insieme una preghiera o un canto.

Tra i momenti che condivideremo, con grande gioia e riconoscenza, c’è quello con i bambini della Scuola domenicale che, accompagnati da monitori e monitrici e dalla diacona Karola, verranno a trovarci per decorare l’albero e gli spazi della Casa portando così, con la loro vivacità e creatività, allegria e aria di festa ai nostri ospiti.

Il 6 dicembre ci sarà un momento dedicato a un piccolo bazar e il Natale sarà festeggiato dagli ospiti con un pranzo speciale e una piccola festa nei giorni precedenti il 25.

I tempi non sono ancora così semplici e non ci è ancora consentito di organizzare momenti corali con l’intera comunità.

Speriamo di riuscire a realizzare questo desiderio in primavera e poter così accogliere la comunità di Torre (e chiunque desideri aggiungersi) di nuovo negli spazi della Casa, ricambiando la generosità di tutte e tutti coloro che negli anni appena trascorsi si sono adoperati per organizzare al meglio i momenti di festa e di culto avvenuti nel tempio o alla Casa Unionista.

Vorremmo esprimere singolarmente a tutti il nostro ringraziamento per il tempo e la cura che ci avete rivolto, ma non riuscendo a farlo diciamo un grande grazie corale per tutto ciò che ci è stato donato (dalla fatica dell’organizzazione del culto nel cortile della Casa Unionista, all’assistenza molto apprezzata per il concerto organizzato, alla presenza più che gradita nelle diverse occasioni di festa e non solo).

Ricordiamo che, anche nel periodo festivo, la Casa delle Diaconesse continua a prestare i propri servizi per l’accoglienza diurna, per il servizio domiciliare e per i pasti a domicilio.

Come saprete, l’organizzazione del lavoro della CSD è stata modificata nell’ultimo Sinodo.

I Comitati delle opere hanno un ruolo ridotto rispetto a prima e stanno vivendo oggi un momento di riflessione per comprendere meglio come affrontare i compiti affidati, partendo anche dalla considerazione del numero sempre più ridotto dei membri e delle condizioni di già generalizzata difficoltà delle chiese.

E’ e sarà sempre più importante riuscire a mantenere l’azione diaconale come parte integrante della testimonianza evangelica che, come Chiesa, siamo chiamati a fare. Speriamo vivamente che siano possibili momenti di incontro per rendere vivo e attivo tutto ciò.

In occasione del Natale desideriamo esprimere a tutti i più sentiti auguri perché la venuta di Gesù sulla terra ci illumini e ci consenta di trovare la strada più giusta per essere fedeli servitori del Signore.

Buon Natale!

Istruzione femminile valdese nell’Ottocento

E’ importante, ogni tanto, ristudiare la nostra storia passata.

Per questo siamo davvero grati a Sara Rivoira che nel pomeriggio del 24 settembre, ai Coppieri, ci ha illustrato in un’efficace sintesi la realtà dell’istruzione nelle nostre valli nell’800, con particolare riguardo a quella rivolta al mondo femminile.

Già a metà del ‘700 esisteva una rete di scuole elementari di quartiere e di capoluogo, condotte dai régents, per bambine e bambini.

Importante era imparare a leggere per potersi avvicinare alla Bibbia.

Proprio il 17 settembre scorso è stata festeggiata la ristrutturazione dell’antico tempio-scuoletta del Ciarmis.

Ma è nei primi decenni dell’800 che il sistema scolastico venne ampliato e riorganizzato grazie al contributo economico e programmatico dei comitati delle chiese protestanti inglesi e olandesi e di alcuni benefattori quali William Gilly e Charles Beckwith.

Per alfabetizzazione di base, in realtà, le valli valdesi non costituivano un “unicum”, ma senza dubbio disponevano di un numero di scuolette (fino a 170) assolutamente superiore rispetto ad altre zone montane.

L’istruzione secondaria, però, era destinata solo ai ragazzi, mediante una Ecole générale volta a fornire le basi della cultura classica ai giovani che avrebbero intrapreso la carriera pastorale e una scuola Normale per la formazione dei maestri.

Nel 1831 fu fondato a Torre Pellice il Collegio, auspicato e sostenuto soprattutto dal Gilly. Alle ragazze era ovviamente preclusa la frequentazione di queste scuole.

Nella prima metà dell’800, tuttavia, si sentì l’esigenza di dotare anche le adolescenti di una formazione e di competenze (dalla lettura e scrittura in italiano e in francese al cucito e ricamo, dall’aritmetica al comportamento e al governo della casa) che permettessero loro di poter trovare lavoro “a servizio” in città e soprattutto di diventare buone madri di famiglia.

Grazie a finanziamenti esteri, nel 1826 furono aperte le prime scuole femminili valdesi – les écoles des filles – (per la prima volta con insegnanti donne), per fanciulle dai 10 ai 16 anni, che furono discretamente frequentate e rimasero aperte fino al 1911 quando l’istruzione passò in mano allo Stato unitario.

L’attenzione particolare che Beckwith prestò all’istruzione femminile lo portò nel 1837 a fondare un istituto superiore per le ragazze valdesi di famiglia agiata, il Pensionnat.

Oltre alle varie materie, insegnate in modo più approfondito, era dato molto spazio agli ideali di ordine, moralità e religiosità appropriati per delle future mogli di pastore o di uomini di alta condizione.

Il Pensionnat si chiuse nel 1908 con l’apertura – a fine ‘800 – del Collegio valdese alla frequenza femminile.

Un discorso a parte merita l’Ecole des filles pauvres, la cui storia è stata con grande sensibilità rievocata da Gabriella Ballesio e da un pronipote di Georges Appia domenica 8 ottobre, in occasione dell’inaugurazione di una appropriata targa al vecchio presbiterio dei Coppieri.

Presenti anche diversi membri della Société di Ginevra Louis Appia (medico, fratello di Georges e cofondatore della Croce Rossa).

Negli stessi anni in cui a Torre fu aperto l’Orphelinat che assicurava un’istruzione elementare, il pastore Georges Appia fondò l’Ecole des filles pauvres per accogliere le fanciulle di famiglie particolarmente indigenti.

La scuola – diretta da Giuseppina Berio d’Espine, donna generosa e sensibile che era entrata con il marito nella chiesa valdese – per più di dieci anni assicurò una formazione adeguata a molte ragazze che spesso, poi, trovarono impiego all’estero come domestiche presso famiglie importanti.

Ancora una volta i principi educativi erano: lavoro, rettitudine, coscienza.

La “Rencontre” del Colle della Croce compie 90 anni

Circa 300 persone si sono radunate domenica 23 luglio per festeggiare i primi 90 anni della rencontre del Colle della Croce.

Nonostante il vento freddo incontrato sul percorso è stata una bella giornata riscaldata dalla predicazione del pastore francese Frédéric Rognon, dalle musiche dei Trombettieri della Val Pellice e dai canti del Coretto Valdese.

Interessante anche la presentazione da parte di Sara Rivoira, dell’Ufficio Beni culturali della Tavola Valdese, del pannello illustrativo sulla storia, aneddoti ed immagini legati alla rencontre, che prossimamente verrà installato sul colle.

E’ sicuramente piacevole osservare come, nonostante la posizione geografica non agevole, così tante persone di varie età, da sole o con amici o familiari e di nazionalità differenti si ritrovino con gioia e fratellanza per condividere annualmente le emozioni date da questo momento comunitario.

Non resta che auspicarsi che questo entusiasmo perduri negli anni a venire.