Nuova Sala Libri alla Casa Unionista

La nuova SALA LIBRI alla Casa unionista sarà aperta in occasione del Bazar natalizio del 24 novembre dopo il culto e dalle 14.30 alle 17.30 .
Pronta ad accogliere chi vorrà curiosare tra gli scaffali.. sfogliare, trovare un libro da portarsi a casa – ad offerta ovviamente! – per le letture domestiche invernali!

Puliamo il mondo 2024, Torre Pellice

Puliamo il mondo 2024: rispettiamo il nostro territorio
Negli ultimi anni, il percorso tra Blancio e Bertenga è diventato una meta sempre più amata dai torresi e non solo, per respirare aria buona e godersi la natura. Tuttavia, nelle ultime settimane, questa meravigliosa area era tornata ad essere deturpata da rifiuti abbandonati.
Oggi, grazie all’iniziativa “ ” di Legambiente, in collaborazione con la Chiesa Valdese, il Comune di Torre Pellice e la Protezione Civile, siamo riusciti a riportare dignità a questo luogo speciale. Grazie all’impegno dei volontari e degli addetti comunali, non solo abbiamo ripulito il percorso, ma abbiamo anche offerto ai più piccoli e alle loro famiglie un momento di educazione ambientale, per crescere insieme nel rispetto della natura.
Questo luogo non è solo nostro, ma di tutti. Rispettiamolo!

Prendiamo un the marocchino insieme?

E’ bello che persone di diversa provenienza si incontrino per vivere  un momento di amicizia.

Insieme si imparano tante cose, ci si conosce meglio e possono nascere iniziative di sostegno reciproco.

Dove succede tutto questo? Alla Casa Unionista di Torre Pellice

Quando?  Il primo e terzo giovedì del mese dalle 14 alle 16.

Prossimi appuntamenti: 7 e 21 novembre ; 5 e 19 dicembre.

Festa della Riforma

Per la festa della #RiformaProtestante 2024, nel I Circuito si è tenuto un culto in cui parole e musica si sono intrecciate in un percorso di riflessione, preghiera e canto per l’attualità dei principi della Riforma: Sola gratia, Sola scriptura, Sola fide, Solus Christus, Soli Deo gloria.

Una gioia aver potuto ospitare questa bellissima serata!

Noi e l’ambiente

Credo nel potere della preghiera. Serve a rafforzare la mia determinazione, mi ha aiutata a continuare a lottare per l’ambiente anche quando a volte sembra che nulla possa prevalere contro l’avidità e la corruzione di coloro che ricoprono posizioni di potere.

E poi prego affinché possiamo trovare un modo per raggiungere i loro cuori. Perché, a prescindere dalle avversità, dobbiamo continuare la lotta per salvare il più possibile di ciò che amiamo: la bellezza delle foreste e dei boschi, le praterie e le brughiere, le montagne e gli oceani, i parchi e i giardini e bordi lungo la strada dove i fiori selvatici crescono per fornire il nettare per le api e le farfalle.

Quindi in questo giorno, sto pregando quel gran potere spirituale che sento così fortemente nei luoghi selvaggi, per darmi la forza di fare la mia parte, per continuare a diffondere la consapevolezza che ognuno di noi ha un ruolo da svolgere, che ogni azione è importante, non importa quanto piccola possa sembrare. Questa è la mia preghiera.

Con queste parole potenti, la nota etologa e conservazionista Jane Goodall ci invita a non demordere nel nostro percorso per diventare, o continuare a essere, “collaboratori e collaboratrici” del Creato.

Anche quando ci scoraggiamo di fronte alle ultime notizie in merito ai cambiamenti climatici e agli eventi catastrofici che ne conseguono, agli incendi che distruggono infiniti ettari di foreste, alle epidemie che colpiscono gli allevamenti e al continuo aumento delle emissioni, tanto per citare alcuni temi di estrema attualità, non dobbiamo cedere.

Esiste ancora una speranza di salvezza: non rinunciamo quindi nelle nostre piccole buone prassi (fare la raccolta differenziata, diminuire l’acquisto di beni non necessari, evitare l’eccessivo consumo di alimenti prodotti provenienti da allevamenti e agricoltura intensiva, scegliere di non spostarsi sempre con l’auto), documentiamoci presso fonti di informazione non sensazionalistiche e rimaniamo connessi e connesse con la natura che ci circonda e alla quale apparteniamo. Possiamo fare molto, con poco. Non dimentichiamolo.

Incontro con Laura Nisbet alla festa dei Coppieri, 29 settembre 2024

Domenica 29 settembre abbiamo avuto il piacere, all’interno della consueta festa dei Coppieri, di conversare con Laura Nisbet della sua lunga ed esilarante esperienza in Africa.

Ci ha presentato il suo libro “Le mie Afriche”, uno spaccato di vita missionaria di incredibile tenacia e fede; un esempio di perseveranza e amore per l’Evangelo.

Abbiamo continuato a chiacchierare con lei, al buffet preparato dalle donne del quartiere dei Coppieri; delizie di diverse parti del mondo, dall’Indonesia al Marocco.

Tutto questo è stato occasione di incontro e condivisione, cose fondamentali per conoscersi meglio e crescere come comunità.

E’ stato bellissimo, vedere come l’impegno di tutti ha creato una giornata ricca di momenti speciali.

Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato perché questa giornata sia stata possibile, e a tutte le persone che hanno condiviso con noi questo piccolo, ma meraviglioso, evento.

Dal Sinodo

Per il secondo anno consecutivo, un po’ com’era nelle nostre intenzioni, abbiamo avuto l’opportunità di essere deputati al Sinodo 2024 per la nostra comunità.

Rimandiamo all’incontro assembleare di domenica 10 novembre per descrivervi quanto si è detto, si è proposto, si è deciso e ragionare assieme a voi sullo stato della chiesa e le direzioni che vuole prendere.

Con queste poche righe vogliamo solo sottolineare alcuni momenti caratterizzanti questa ultima assise.

Particolarmente rilevanti sono stati i saluti di una quarantina di ospiti provenienti da chiese sparse nel mondo. Interventi che hanno sottolineato per lo più gli 850 anni del nostro movimento, enfatizzati forse più dagli altri che da noi e che ci hanno dato la bella conferma che apparteniamo a una chiesa più universale delle nostre piccole realtà locali.

Conferma che peraltro viene data annualmente dal Sinodo ai fratelli e sorelle che raggiungono Torre Pellice da lontane e sperdute comunità e che riprendono fiato, consapevoli di una chiesa “che c’è”.

Rispetto ai dibattiti dello scorso anno, molto autocentrati sull’organizzazione interna, quest’anno lo sguardo si è allargato maggiormente al mondo esterno. Si è dedicato ampio spazio al confronto sulla nostra posizione e sulle azioni concrete che, come credenti, dobbiamo intraprendere su temi cruciali come i conflitti in atto, primo fra tutti quello nell’area palestinese che particolarmente ci lacera come cristiani che riconoscono le proprie radici nel popolo di Israele.

E poi i culti, di apertura con la bella predicazione e la consacrazione di due pastori e di chiusura quando i lavori vengono in qualche modo ricondotti nel solco del nostro essere chiesa insieme.

A conferma di quanto ha detto una nostra ospite “Nous sommes minoritaires, mais insoumis”

Per tutto il resto, e di cose ce ne saranno da dire…ci vediamo il 10 novembre!

Maestrine – Un viaggio dalle Valli Valdesi a Riesi

Fra le iniziative proposte durante il Sinodo da FFEVM (Federazione Femminile Valdese e Metodista) e FDEI (Federazione Donne Evangeliche in Italia) vi vogliamo raccontare lo spettacolo teatrale elaborato dal Coretto valdese di Torre Pellice e proposto in due repliche.

Molto importante, ma poco conosciuto e – forse – poco riconosciuto, è il prezioso lavoro delle numerose maestre delle Valli che, dopo le Lettere Patenti del 1848, si misero volontariamente al servizio del Comitato di Evangelizzazione accettando di andare ad insegnare nelle scuole presso le nuove chiese valdesi che si andavano formando in tutta Italia.

Giovani donne che hanno dimostrato una fede e un coraggio esemplari nell’affrontare solitudine e condizioni di vita quotidiana molto dure in paesi lontani dalle Valli – in contesti assai diversi per natura, costumi, abitudini, religione – lavorando al servizio della Chiesa per diffondere l’alfabetizzazione, indispensabile per l’identità confessionale e l’evangelizzazione.

Una realtà davvero poco conosciuta. Ed è per questo che siamo particolarmente riconoscenti al Coretto valdese di Torre Pellice per lo spettacolo/concerto “Maestrine – Un viaggio dalle Valli Valdesi a Riesi ” che ci ha offerto al teatro del Forte il 25 agosto (giorno dell’inaugu-
razione del Sinodo) dopo il grande successo della “prima” presentata a Riesi il 30 aprile.

Un lavoro delicato dai toni sobri e allo stesso tempo intensi e poetici che – attraverso immagini, parole, canti struggenti – ci racconta la storia di Jeanne Bonnet, nome di fantasia, una giovane donna che ha potuto studiare grazie ai sacrifici della sua famiglia contadina e ad alcune borse di studio e che – spinta dalla fede – lascerà la val d’Angrogna per andare a insegnare a Riesi, dove rimarrà fedele alla sua vocazione malgrado le difficoltà, come ci viene testimoniato dalle sue lettere ai familiari e al Comitato di Evangelizzazione.

Alla fine, e anche durante lo spettacolo, lunghi e calorosi gli applausi per Cristina e tutto il gruppo da parte del numeroso pubblico.

Conferenza “La guerra dei cento anni” sulla storia del conflitto israelo-palestinese

Nell’ambito della settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele, iniziativa del Consiglio Ecumenico delle Chiese e fatta propria dal Sinodo 2024, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare mercoledì 18 settembre a una conferenza dal titolo “La guerra dei cento anni”, storia del conflitto fra Israele e Palestina, tenutasi nel tempio a Torre Pellice con relatore Paolo Naso, docente di Scienza politica all’Università Sapienza di Roma.

Il racconto che ci è dato d’ascoltare, arricchito da diapositive eloquenti e soprattutto da cartine geografiche di Israele nel tempo, parte dal lontano 1917 con il crollo dell’Impero Ottomano (turco) e con la spartizione delle terre fra Inglesi e Francesi. La regione palestinese diventa un protettorato inglese. Nel frattempo l’Inghilterra è favorevole affinché in quei territori si formino nuclei di popolazione ebraica (kibbutz) per lo più proveniente dai più disparati continenti, Europa o America, sulla scia del movimento sionista, attivo dalla fine dell’800 e tendente a garantire uno Stato per gli ebrei.

Con la fine della seconda guerra mondiale, culminata con la Shoà, il movimento sionista reclama una terra sicura incrementando la colonizzazione della Palestina. Nel 1947 l’Assemblea dell’ONU approva una risoluzione secondo la quale il territorio della Palestina sarebbe stato ripartito quasi equamente fra ebrei e palestinesi creando due unità distinte. Vale ora la pena di dare alcuni numeri per capire di quale territorio si stia parlando: Israele misura dal nord al sud 470 Km e, nel suo punto più ampio, da est a ovest 135 Km per una superficie complessiva equivalente alla nostra regione Toscana. Attualmente la popolazione è di circa 10 milioni di ebrei e 2 milioni di palestinesi.
La risoluzione ONU, prima citata, è accettata dagli ebrei ma rifiutata dal popolo palestinese e dagli stati arabi amici. Se anche la compagine araba avesse accettato la risoluzione forse avremmo avuto un’altra evoluzione dei fatti, ma purtroppo la Storia non si fa con i se. Ed è così che l’anno successivo (1948) il movimento sionista proclama lo stato di Israele scatenando una guerra degli stati arabi confinanti (Egitto, Giordania, Siria) che viene disastrosamente persa da questi ultimi dando a Israele un maggior controllo del territorio con la scacciata di circa 700 mila palestinesi costretti a trasferirsi in campi profughi (ancora oggi esistenti) nei paesi confinanti. Nel 1967 abbiamo la guerra dei sei giorni, vinta da Israele in seguito a una seria minaccia dei paesi arabi, la quale permette agli israeliani di giungere a Gerusalemme, fino ad allora riconosciuta fuori dalla spartizione, e di occupare anche la Cisgiordania e Gaza. Negli anni successivi si alternano momenti di tranquillità ad altri di grande tensione come la guerra dello Yom Kippur, nel 1973, gli accordi di Camp David nel 1978 e lo scoppio della prima intifada nel 1986. Nel 1993 sembra di essere molto vicini a una buona pace con l’accordo di Oslo fra Rabin, primo ministro israeliano, e Arafat, a capo dell’OLP palestinese, con il quale vengono riconosciuti i diritti dei palestinesi su Cisgiordania e Gaza ma non viene risolto il problema degli insediamenti israeliani in Cisgiordania (attualmente si parla di oltre 600 mila israeliani in più di 150 insediamenti). Due anni dopo Rabin viene assassinato da un integralista ebreo, a dimostrazione di quanto sia difficile seminare la pace e di quanto dobbiamo diffidare dagli integralismi. La storia degli anni successivi è caratterizzata dalla sconfitta dell’OLP di Arafat a favore della fazione integralista di Hamas in Gaza e di Fatah in Cisgiordania. Nel 2005 Israele si ritira totalmente da Gaza ma continua a potenziare le colonie in Cisgiordania. Hamas continua una guerra latente contro Israele lanciando missili dalla striscia di Gaza. In Israele si costituisce un governo di ultradestra con Netanyahu, che non crea certamente distensione con la controparte, fino a giungere al 7 ottobre del 2023 con l’incursione di Hamas nel territorio israeliano, al confine di Gaza, e relativa carneficina di oltre mille israeliani e il sequestro di centinaia di prigionieri con conseguente guerra israeliana nei confronti della striscia di Gaza (si dice 40.000 morti) e ora anche contro Hezbollah del sud del Libano. A conclusione del racconto della storia di Israele, si è riflettuto su alcuni possibili scenari possibili per il futuro.

1) Una pace che preveda uno stato unico in cui vengano riconosciuti a tutti gli stessi diritti.

2) Due stati, uno palestinese e uno israeliano, reciprocamente riconosciuti.

3) Una situazione di status quo con presente un conflitto a bassa intensità.

4) Un proseguire della guerra in atto con conseguenze poco prevedibili ma certamente con un allargamento del conflitto a tutta l’area ad altissimo rischio.

Gli interrogativi rimangono aperti. La serata si è conclusa con la proposta di una colletta che vada ad alimentare il finanziamento alle organizzazioni presenti sul territorio che stanno predisponendo e attuando progetti di riconciliazione fra le diverse fazioni partendo dal basso, nella consapevolezza che soltanto alimentando una cultura di accoglienza, rispetto e convivenza si possa garantire un futuro contro l’odio e gli integralismi.

“La registrazione audio e i materiali distribuiti durante l’incontro sono disponibili su richiesta a pastore@torrepellice.chiesavaldese.org