Messaggio assise FCEI 2022

Si è tenuta a Roma dal 29 ottobre al 2 novembre la seconda Assise della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), gli “stati generali” del protestantesimo italiano, che offre, ogni tre anni, la possibilità di un ampio confronto e una rinnovata collaborazione tra le diverse chiese protestanti in Italia. Eccone il messaggio conclusivo.

Messaggio conclusivo della II Assise della Federazione delle chiese evangeliche in Italia:

«Sentinella, a che punto è la notte? Sentinella, a che punto è la notte?».

La sentinella risponde: «Viene la mattina, e viene anche la notte. Se volete interrogare, interrogate pure; tornate un’altra volta».
(Isaia 21,11-12)

Come il profeta Isaia, che parlava in un tempo di deportazione, sofferenza e crisi, sappiamo di camminare in tempi bui e difficili.
Camminiamo nella notte quando nel nome del nazionalismo, degli interessi economici, delle appartenenze religiose scoppiano guerre che non riusciamo a fermare.

Camminiamo nella notte quando la terra che Dio ci ha affidato perché la custodissimo si desertifica, quando diventa arida e repellente, quando costringe i suoi abitanti a cercare rifugio in altri Paesi e in altri continenti. Quando milioni di persone non hanno cibo per sfamarsi, acqua per dissetarsi e irrigare i campi, accesso alle cure, a una casa dignitosa, all’istruzione, ai vaccini.

Camminiamo nella notte quando non riusciamo a dare speranza e fiducia alle nostre figlie e ai nostri figli, sempre più spesso convinti che il loro futuro sarà peggiore del nostro passato. Quando tante persone, giovani ed adulti, lavorano senza percepire il giusto salario; quando tanti immigrati sono sfruttati e talora trattati come schiavi privi di diritti umani fondamentali; quando le donne sono ferite, uccise o violate da un potere maschile violento e distruttivo; quando le persone sono discriminate, offese e persino uccise per la loro identità di genere e orientamento sessuale.

Camminiamo nella notte quando vediamo vacillare i principi fondamentali delle democrazie; quando oligarchi, magnati e demagoghi irrompono sulla scena pubblica e, nel nome del popolo, propagandano una pericolosa miscela di nazionalismo, sovranismo, militarismo, radicalismo.

E quando tutto questo limita i diritti umani, la libertà di parola e di coscienza; quando altera e manipola la verità; quando porta alla chiusura delle frontiere e a respingere immigrati e richiedenti asilo.

In questo tempo dobbiamo vigilare, consapevoli che Dio ci chiama a restare svegli, ad aprire occhi e cuore di fronte alle ingiustizie.
Non ci rassegniamo al pensiero dominante che pone al centro il profitto e il proprio interesse di individui, di popolo, di etnia.

Denunciamo gli atteggiamenti xenofobi e razzisti, le idee e la propaganda antisemite e le discriminazioni nei confronti di varie comunità di fede, prima tra tutte quella islamica, che riscontriamo nella società europea e anche italiana.

Ci adoperiamo per sostenere chi vacilla, chi chiede soccorso, chi ha bisogno di protezione. A questo prossimo e a questa prossima apriamo le porte delle nostre chiese, dei nostri centri di aiuto e di accoglienza; di fronte a loro testimoniamo che l’Evangelo che predichiamo e che ci muove si incarna in gesti concreti di giustizia, pace, salvaguardia del creato.

Nell’attesa dell’alba nuova del Regno di Dio, noi camminiamo in questo tempo di oscurità profonda, nella fiducia che colui che cammina con noi e illumina i nostri passi incerti è Gesù Cristo, “la luce del mondo” (Giovanni 9,5). Nel buio della falsità che si traveste da verità, noi annunciamo che “il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità” (Efesini 5,9).

Quando la vita di molti, di troppe, attraversa una galleria buia e tutto ciò che era familiare diventa ostacolo nell’oscurità, noi riaffermiamo che “la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta” (Giovanni 1,5).

Tutto questo non ci esime dal sentire sulla nostra coscienza il peso di tutto ciò che per noi è “peccato”: il peccato di non aver saputo costruire la pace e la giustizia, custodire con cura la buona creazione di Dio, testimoniare con gioia e concretezza la nostra speranza in Cristo che fa ogni cosa nuova.

Ma ci permette di vivere nella grazia e di camminare nella notte buia riconoscendo i tanti segni di speranza, i tanti germogli del Regno che viene, le tante voci che rompono il silenzio: l’interrogazione di chi chiede quanto è ancora lunga la notte, e la risposta fiduciosa della sentinella che ci conferma che il giorno verrà.

È questo il senso profondo della fede in Cristo che annunciamo: quando le tenebre sono più scure, immaginare la luce; dove regna lo sconforto, testimoniare la speranza; quando vincono la chiusura e gli egoismi, affermare l’accoglienza e la comunione; nel tempo dell’oppressione e della guerra, costruire la giustizia e la pace. “La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce” (Romani 13,12).

 

Cena solidale per le nuove povertà

La sera del 16 novembre nel Salone Polivalente di Villar Pellice si è svolta la Cena Solidale proposta da “Flip & Friends”.

La ricetta? Si prendono quattro eccelsi cuochi, due musicisti e una schiera di aiutanti di ogni età che offrono gratuitamente il loro tempo e le loro competenze.

Si aggiungono tantissimi produttori e commercianti della Valle, che offrono gratuitamente i loro prodotti; si mescola con chi ha pensato alla pubblicità, e con – ultimo ma non certo meno importante – più di una quarantina di commensali.

E anche con chi, non potendo essere presente, ha voluto comunque contribuire con un’offerta.

E il risultato è stata una bella serata, in cui siamo stati e state comunità al di là delle età, delle appartenenze sociali, religiose, culturali.

Una comunità che sa essere attenta ai bisogni del territorio e alle vecchie e nuove situazioni di difficoltà, e che sa rispondere, con creatività e con generosità.

La cena solidale, infatti, era intesa come “un aiuto a chi ha bisogno”, ed è stata offerta a chi contribuiva con almeno €50 al fondo delle Chiese Valdesi del I Circuito per “le nuove povertà” e in particolare all’aiuto che viene dato alle famiglie i cui figli devono viaggiare per poter frequentare le varie scuole superiori o l’università, il cosiddetto progetto “Trasporti” della diaconia comunitaria.

Dunque un grandissimo grazie a tutti coloro che hanno contribuito in questi vari modi alla riuscita dell’iniziativa, che ha fruttato più di 2700 euro, e in particolare: Macelleria Salumeria Gonin (Torre Pellice); Maxisconto Supermercati (Torre Pellice); Panificio Il Chicco (Torre Pellice); Macelleria Geymonat Salumeria (Bobbio Pellice); La Butéa ‘d Beubi (Bobbio Pellice); Azienda agricola Melli-Gonnet (Bobbio Pellice); Formaggi Daniele Malan (Villar Pellice); Consorzio del Saras (Bobbio Pellice); Macelleria Davit (Villar Pellice); Panetteria Livia Gonnet (Villar Pellice); BeValpe distribuzione ingrosso bevande (Luserna San Giovanni); NOI Vignaioli Piemontesi (Bricherasio); L’Autin (Barge); Il Guscio (Luserna San Giovanni); DiGreCaff (Campiglione); Cidas Srl (Cuneo); Acqua Valmora (Luserna San Giovanni); Ginevra Caffetteria Cremeria (Torre Pellice); Le Boulanger (Torre Pellice).

Per la splendida musica, Dino Tron e Manuel Lerda, alias Passacarriera ‘en dui’. Oltre, ovviamente, a Walter Eynard e Natascia Caputo, Andrea Benazzo, Daniele Arghittu e L’Ora del Pellice, Andrea Verardo. Alla prossima!

Culto al Colle della Croce 2022

Nella cornice del Colle della Croce, in una domenica assolata di fine luglio, si è tenuto il tradizionale culto condiviso con la comunità riformata francese.

La rencontre del 24 luglio ha avuto una buona partecipazione (un centinaio di persone), anche giovanile.

Un gruppo di catecumeni e catecumene delle comunità di Torre, Villar e Bobbio è infatti salito alla conca del Prà sabato pomeriggio e, dopo aver trascorso la notte in tenda, ha raggiunto il colle la mattina successiva.

Con l’occasione, i giovani hanno anche partecipato alla proiezione del docufilm su Gianavello al rifugio Jervis.

La liturgia del culto è stata curata dalla delegazione francese, mentre la predicazione è stata tenuta dal pastore Davide Rostan.

Il brano biblico scelto, Efesini 2, vv. 11-22, esprime nel contesto frontaliero in cui ci siamo incontrati un significato ancora più forte: in Cristo possiamo costruire un’identità che non si fonda sull’esclusione dell’altro, dell’altra, di chi non appartiene alla nostra comunità, di chi proviene da altri Paesi.

Possiamo accogliere senza costruire muri poiché “voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio”.

Una rappresentanza dei Trombettieri della Val Pellice e del Coretto ha accompagnato il culto con canti, inni e intermezzi musicali.

Quest’anno è stata fatta anche la santa cena, sospesa nei due anni di pandemia.

 

Sinodo 2022

Diversa fin dall’inizio questa Assemblea Sinodo, con il corteo e l’ingresso al culto mattutino d’apertura accolti dal preludio e dal coinvolgente medley musicale (una fusione senza soluzione di continuità di repertori classici e non, variamente arrangiati) curati dal Gruppo di musica e animazione del Ministero musicale UCEBI.

Novità anche per la predicazione dialogante dei pastori Daniele Bouchard (valdese) e Lino Gabbiano (battista).

Dopo la consacrazione di Sara Heinrich proveniente dalla Germania, che ha deciso di prestare il suo servizio in Italia, sono stati/e presentate Eliad Dias Dos Santos (Brasile) e Fabio e Gesine Traversari (Germania), pastori/e già in servizio nelle nostre chiese.

I lavori sinodali, iniziati nel pomeriggio di domenica per la componente battista ma in sessione congiunta, sono durati sino a fine mattina di martedì 23 e hanno reso conto dell’intenso lavoro compiuto presentando le relazioni della Commissione BMV, i temi di discussione (collaborazione territoriale, formazione, Essere Chiesa Insieme/Chiese internazionali, periodicità dell’Assemblea-Sinodo, convegno sul battesimo) e il documento che sancisce il rinnovo del Patto tra battisti, metodisti e valdesi.

Dal pomeriggio di martedì a venerdì 26 i lavori sono continuati in sessione autonoma con il Sinodo metodista e valdese.

Tra i temi dibattuti, gli aspetti organizzativi della chiesa e le sue criticità, la multi ministerialità, le opere sociali, la formazione; è stato anche approvato il documento sul lavoro che esorta ad azione e impegno per la tutela e contro le diseguaglianze.

La relazione dei deputati e delle deputate sugli ordini del giorno approvati, sui progetti da sviluppare e gli impegni presi, verrà presentata nell’Assemblea di chiesa del 23 ottobre prossimo.

Incontri sul fine vita

Un saluto sul letto di morte è diventato il titolo del ciclo di serate ‘Ne pleurez pas…” che nei due incontri organizzati dal Comune e dalla Chiesa valdese di Torre Pellice ha trattato l’argomento del fine vita.

Il primo si è svolto il 12 maggio presso la Galleria Scroppo sul tema “Testamento biologico: un’opportunità da conoscere”.

Negli interventi della dottoressa Simonetta Miozzo, dell’avvocata Monica Volpin e di Luca Scarafia, dipendente comunale dell’ufficio anagrafe di Torre Pellice (moderati dal giornalista Daniele Arghittu, direttore de l’Ora del Pellice), sono stati illustrati i vari aspetti (medico, legale e operativo) della legge sulle Disposizioni anticipate di Trattamento (DAT) del 22 dicembre 2017, una legge importante che tuttavia non registra ancora un numero significativo di adesioni.

La grande affluenza di pubblico ha indotto gli organizzatori a spostare il secondo incontro del 9 giugno nella più capiente sala del Teatro del Forte; tema: “Fine vita a confronto. Cure palliative, suicidio assistito, eutanasia: facciamo chiarezza”.

Due le relatrici, moderate da Marco Bertello giornalista di Piazzapinerolese, i cui interventi hanno reso comprensibili termini talvolta fraintesi.
La dottoressa Gioia Becchimanzi, responsabile delle cure palliative per l’ASL TO3, ha fornito i dati relativi all’incidenza di questo servizio sull’Azienda Sanitaria, e in particolare nel pinerolese, ed ha poi spiegato ciò che si può e si deve fare quando una prognosi che non lascia speranze porta i pazienti a sofferenze insostenibili e il loro nucleo familiare ed affettivo alla necessità di un supporto solidale.

La dottoressa Eva Birkenstock, filosofa e ricercatrice presso la Bern University of Applied Sciences ha illustrato la sua esperienza di studio, sviluppata coi suoi collaboratori attraverso questionari, sulla legge svizzera che regola il suicidio assistito.

Al taglio laico di questi due incontri farà seguito, come preannunciato nella Fiaccola di Pentecoste, un terzo appuntamento programmato dalla Commissione evangelizzazione: domenica 7 agosto, alle 17, al tempio valdese di Torre Pellice, il pastore valdese Paolo Ricca terrà una conferenza dal titolo “Ne pleurez pas… car je sais où je vais” [Non piangete… perché so dove vado].

Sono le ultime parole della frase, omesse nel titolo dei primi due incontri, ad orientare il tema di questo terzo momento, parole che danno il senso di speranza e di riconoscenza al termine della propria esistenza di chi crede in Dio.

Perché oltre all’informazione sul piano legislativo, c’è la domanda della fede e della spiritualità sul senso della vita – e della morte.

Immortalità dell’anima, reincarnazione, resurrezione… cosa succede quando si muore? C’è una vita futura, oltre la morte? Ha senso parlare dell’aldilà, sapendo di non saperne nulla? La società in cui viviamo ha bandito dal discorso pubblico ogni riferimento alla morte e sul morire, sebbene sia in realtà la cosa più naturale che c’è nella nostra vita dopo la nascita, lasciando così un vuoto, un bisogno di senso e di riflessione su questo tema.

Un bisogno non solo di chi crede, ma profondamente e semplicemente umano e universale, e che il teologo Paolo Ricca, già professore di Storia della Chiesa e Teologia Pratica alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma ci aiuterà a colmare.

Paolo Ricca è autore, fra le sue numerose pubblicazioni, de Il cristiano davanti alla morte (Claudiana, Torino, 2005) e di Dell’aldilà e dall’aldilà. Che cosa accade quando si muore? (Claudiana, Torino, 2018).

Notizie dalla Casa delle Diaconesse

La Casa delle Diaconesse (CVD) è una struttura che accoglie 29 ospiti autosufficienti o parzialmente autosufficienti.

Come già detto nell’articolo precedente, non sempre la copertura dei posti è stata totale, questo anche a causa della pandemia e delle restrizioni che ne sono derivate.

Ad inizio anno abbiamo avuto casi di covid, ma per fortuna senza grosse problematiche.

Il servizio (iniziato nell’ottobre 2020) dei pasti a domicilio continua ad essere offerto anche se ha momenti altalenanti.

Da marzo di quest’anno il servizio di assistenza domiciliare è ritornato ad essere parte della CVD; attualmente ci sono 5 utenti e una operatrice che si occupa di tutti i casi.

Le attività di animazione sono state effettuate da parte dell’animatrice interna: piccoli lavori manuali, giochi di società, cruciverba, letture, film, … Le ultime novità sono state la cura di sé e le attività in giardino.

Alcune attività vengono svolte da personale esterno: ginnastica dolce e letture ad alta voce.

Nell’ultimo mese è stato nuovamente organizzato “cantiamo insieme”, momento di canti con accompagnamento al pianoforte da parte del sig. Calzi. Il momento è stato molto apprezzato, e si intende programmarlo mensilmente.

Sicuramente la bella stagione porta ad effettuare le attività in esterno e a favorire le passeggiate degli ospiti nel nostro bellissimo giardino.

Il culto ha potuto sempre essere celebrato il giovedì mattina presso la Casa; questo è stato un momento fondamentale per gli ospiti della Casa.

Quest’anno finalmente (dopo due anni) si è riusciti ad organizzare la Festa della Casa, grazie al contributo della Chiesa di Torre Pellice che ha offerto l’utilizzo del capannone situato nel giardino della Casa Unionista; pertanto domenica 26 giugno si terrà il culto presso tale luogo a cui seguirà un buffet.

Quest’anno la Festa verrà svolta in formato ridotto (solo culto e buffet) in quanto non si era certi di riuscire a poterla espletare per eventuali problematiche e restrizioni legate all’emergenza sanitaria.

Siete tutti cordialmente invitati.

Grazie per la vicinanza che la comunità non ha mai mancato di dimostrarci.

Il Signore ci accompagni e ci sostenga nel nostro servizio.

Accoglienza migranti in Val Pellice – Il punto della situazione

Lo scorso 10 gennaio è terminata la convenzione della Prefettura di Torino che prevedeva l’affidamento di 119 persone migranti alla Diaconia Valdese CSD.
Il progetto di accoglienza in questione era stato avviato nel 2017 a seguito di un accordo specifico tra la Prefettura e nove Comuni del territorio della Val Pellice.

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