Giorno 1: per le vittime

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 1: per le vittime

Il bilancio totale delle vittime di Israele è di 1.410 morti, di cui, 1.139 sono stati uccisi negli attacchi del 7 ottobre 2023, inoltre, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (d’ora in poi UNOCHA), sempre il 7 ottobre sono state ferite almeno altre 1.271 persone.

Come pubblicato sempre dall’UNOCHA, almeno 40.000 palestinesi sono stati uccisi in 10 mesi, di cui almeno 10.627 bambini, (663 di età inferiore a un anno). Secondo l’OMS, dal 7 ottobre alla fine di aprile 2024, ci sono stati oltre ai 40.000 morti, anche 78.000 feriti a Gaza e ogni giorno la guerra miete ulteriori vittime civili. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che, fino ad oggi, il 25% delle persone uccise a Gaza siano stati uomini in età lavorativa. Inoltre, Israele non dichiara il numero di palestinesi che arresta e chiude in campi di detenzione in condizioni subumane, luoghi dove vige la tortura, e dove le persone vivono senza diritti legali e senza un giusto processo. Come cristiani, siamo chiamati/e a incarnare i principi di giustizia, pace e sicurezza in tutti i loro aspetti: quelli economici e in quelli sociali. La nostra fede ci obbliga a rispondere alle grida di sofferenza e a lavorare per una pace e una giustizia durature. La crisi attuale ci ricorda la nostra responsabilità di difendere coloro che sono in difficoltà e di usare la nostra voce collettiva per chiedere la fine della violenza e l’instaurazione di una pace duratura. Anche in tempi di oscurità e di disperazione, la nostra fede ci chiama a mantenere la speranza, anche quando vediamo le ingiustizie nel mondo, a fornire accompagnamento alle vittime e a rinnovare gli sforzi per una pace giusta per tutti e tutte.

Preghiamo:

3 Non confidate nei prìncipi, né in alcun figlio d’uomo, che non può salvare. 4 Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi progetti. 7 Il Signore rende giustizia agli oppressi, dà il cibo agli affamati. Il Signore libera i prigionieri (Salmo 146,3-4.7)

Abbi misericordia, Signore. Su di te abbiamo fatto affidamento. Non su coloro che il mondo definisce vincenti, non sugli esseri umani. Essi non possono offrire la salvezza, sono loro che portano la guerra. La nostra unica fiducia è in te, Signore nostro. Fai giustizia agli oppressi, dai il pane agli affamati, allenta le catene dei prigionieri. Vieni, Signore, presto, a Gaza, a Rafah, e a tutte le persone che vivono in Terrasanta. C’è chi si è dimenticato di Te e si è perso lungo la strada della morte. Ti preghiamo, salvali Signore. Amen.

 

Per ascoltare la lettura dei materiali con interviste e commenti: RBE – Voce delle chiese

Leggi il programma completo della nostra settimana

 

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele: preghiera e impegno

Raccogliendo l’invito del Consiglio Ecumenico delle Chiese, fatto proprio anche dal Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, anche la nostra comunità aderisce con convinzione alla Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024, in cui le chiese, le comunità di fede e le organizzazioni della società civile di tutto il mondo si uniranno nella preghiera per una pace giusta per tutti e tutte in Palestina e Israele.

Lo facciamo perché siamo consapevoli di vivere in un tempo in cui la tentazione di lasciarci trascinare nelle polarizzazioni e nelle divisioni che questo tema delicato e complesso porta con sé, e nel quale allora la preghiera comune diventa ancora più importante, perché significa credere nella possibilità del cambiamento, nel fatto che Dio possa fare la differenza, nella possibilità del ravvedimento e della conversione.

 

Preghiera, dunque, ma al tempo stesso anche informazione, approfondimento e riflessione, perché crediamo che tutte queste cose debbano sempre andare insieme. Come lo faremo? In quattro modi diversi:

 

L’approfondimento e la preghiera quotidiana. Pubblicheremo sul nostro sito web e sulla nostra pagina Facebook i materiali per l’approfondimento e la preghiera proposti per ogni giorno della Settimana dal Consiglio Ecumenico delle Chiese. Sarà anche possibile ascoltarne la lettura, con interviste e commenti, all’interno del programma “Voce delle chiese” di RBE – Radio Beckwith Evangelica.

Il confronto con la storia e le radici del conflitto. Abbiamo chiesto a Paolo Naso (politologo, esperto di religione e politica, docente di Scienza politica alla Sapienza, Università di Roma e presso altri istituti universitari) di guidarci in una serata di approfondimento sulla Guerra dei cento anni. Mercoledì 18 settembre, ore 20.45, tempio valdese di Torre Pellice.

Il culto comunitario. Il nostro culto di domenica 22 settembre, giornata conclusiva della Settimana, sarà dedicato alla preghiera e alla riflessione biblica comunitaria sul tema della pace in Palestina e Israele.

L’impegno concreto. Abbiamo aderito e stiamo già raccogliendo i contributi alla sottoscrizione “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace lanciata dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia in collaborazione con il Centro Studi Confronti, per contribuire all’invio di aiuti umanitari per Gaza, e per attivare progetti di dialogo per la convivenza e la pace tra israeliani e palestinesi.

Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace

Il Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), in collaborazione con la Rivista e Centro Studi Confronti, ha deciso di lanciare una sottoscrizione per gli aiuti umanitari per Gaza e attivare progetti di dialogo per la convivenza e la pace tra israeliani e palestinesi, con il motto “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”.
Il progetto si basa su esperienze consolidate come “Semi di Pace” e “Fiori di Pace”, mirate alla riconciliazione tra comunità in conflitto, portata avanti da Confronti e coinvolge, oltre a istituzioni evangeliche, esponenti di associazioni musulmane, ebraiche ed ecumeniche da anni impegnate anche il loco, a promuovere il dialogo tra le parti in conflitto.

La FCEI «lancia un appello alle chiese, alle associazioni ecumeniche e interreligiose, e a tutte e tutti gli individui desiderosi di sostenere progetti di dialogo “dal basso”, alle fondazioni e alla società civile italiana, affinché contribuiscano a questo progetto sulla base della parola d’ordine che ci siamo dati: “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”.
L’iniziativa nasce dalla volontà di dare una risposta all’impotenza che tanti e tante abbiamo di fronte a questa tragedia: in primo luogo con una sottoscrizione in favore di chi sta continuando a fornire assistenza fra difficoltà inenarrabili, in secondo luogo favorendo tutte le possibili occasioni di riflessione.

Per coordinare le attività legate al progetto è stato istituito un gruppo di lavoro presieduto da Debora Spini, gruppo che include rappresentanti di comunità evangeliche, musulmane, ebraiche ed ecumeniche impegnate a promuovere il dialogo e la convivenza pacifica.
“Vogliamo sostenere queste realtà, contribuendo a riavviare il loro lavoro e perseguendo un duplice scopo: aiutare l’opinione pubblica italiana a comprendere la complessità della situazione e offrire a questi attivisti un luogo sicuro di incontro – ha dichiarato Spini nell’intervista di lancio dell’iniziativa – . Siamo per il realismo della ragione, del dialogo e delle soluzioni politiche. Occorre guardare avanti, costruendo la pace anche quando sembra lontana”.

La FCEI rivolge l’appello a costruire un’ampia convergenza di individui, comunità, associazioni, gruppi, opere, disponibili ad “attraversare il conflitto” nella linea della “equivicinanza” ai due popoli, richiamandosi al documento della Commissione Studi Dialogo Integrazione della stessa federazione. In quest’ottica “cercheremo di sostenere le donne e gli uomini che, dall’una e dall’altra parte, si impegnano per una pace vera, che abbatta i muri dell’antisemitismo, dell’islamofobia e di ogni altra espressione dell’odio e del razzismo”.

Puoi versare il tuo contributo straordinario sia direttamente tramite l’IBAN alla FCEI, sia appoggiandoti al Concistoro della Chiesa valdese di Torre Pellice (in questo secondo caso è possibile beneficiare della defiscalizzazione dell’offerta): in busta chiusa al presbiterio, all’anziano/a del tuo quartiere o ai culti domenicali, oppure sul conto corrente della chiesa (nel riquadro qui sotto). In ogni caso ti raccomandiamo di specificare la finalità della donazione: “Fermiamo l’odio”.

Per donare:
causale “Fermiamo l’odio”

C/C intestato a Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Banca Unicredit – Via Vittorio Emanuele Orlando, 70, 00185 Roma
IBAN : IT26X0200805203000104203419
BIC: Bic/swift: UNCRITM1704

Oppure

C/C Intestato a Concistoro Chiesa Valdese di Torre Pellice
IBAN : IT46 W 02008 31070 000001335311

 

Noi e l’ambiente – Il treno in Val Pellice

Un gruppo di associazioni (elencate in calce) impegnate dal 2012 a sensibilizzare il territorio, in particolare le amministrazioni locali, affinché facciano pressione presso la Regione per ripristinare il tratto della linea ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice, ha riacceso l’attenzione con una rinnovata operatività su un argomento che trova i cittadini particolarmente sensibili.

Da 12 anni il servizio ferroviario su questa linea è sospeso e, nonostante la cresciuta attenzione per i problemi ambientali e in particolare per l’emergenza climatica, non esiste alcun progetto di intervento mentre l’infrastruttura ferroviaria viene lasciata degradare.

È uno spreco di risorse pubbliche, soprattutto ora che sembra essersi risvegliato l’interesse della Regione per le linee sospese nel 2012, con la riattivazione di alcune di esse.

La Torre Pellice – Pinerolo, però, è stata finora dimenticata nonostante sia inserita nel contratto del Servizio Ferroviario Metropolitano ed elettrificata, quindi ad impatto ambientale quasi nullo, e con un contributo rilevante per la riduzione dell’inquinamento e del traffico sulla SP 161.

La riattivazione della ferrovia non comporterebbe impegni finanziari per la Regione, meno che mai per le amministrazioni locali poiché questi sarebbero a carico di RFI (Rete Ferroviaria Italiana).

Ovviamente è necessario attivare un servizio ferroviario migliore di quello sospeso nel 2012, che eviti l’alternanza di bus e treni, affidabile, puntuale, efficiente, veloce, con un’offerta di orari adeguata, con coincidenze garantite a Pinerolo con i treni da e per Torino e con i servizi su gomma verso le località lontane dai binari.

I collegamenti dovrebbero essere garantiti anche nei giorni festivi a favore dei turisti e di quanti si spostano per lavoro anche in quei giorni.

Le associazioni ritengono che la mobilitazione delle chiese valdesi locali e della Diaconia Valdese potrebbe avere peso e rilevanza dal punto di vista politico, ancor di più se esse volessero unirsi alle associazioni anche semplicemente come supporto nell’organizzazione di momenti divulgativi per promuovere una concreta e precisa informazione che sensibilizzi l’opinione pubblica.

 

Associazioni: Comitato Trenovivo Valpellice, Circolo Legambiente Pinerolo, Circolo Legambiente di Barge, Osservatorio 0121 Salviamo il Paesaggio, Circolo Legambiente Val Pellice, Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile, Associazione di promozione turistica InValpellice, Salvaiciclisti pinerolese, Gruppo “Associazione Rita Atria – Pinerolo”, Associazione Ferrovie Piemontesi green TO

Progetto Interculturalità

Una bella serata di dialogo e di fraternità al di là delle culture, delle provenienze e delle fedi; una cena marocchina cucinata insieme, aperta a tutt* per sostenere le iniziative della nostra diaconia.

Un percorso iniziato all’indomani della pandemia quando, per tornare a vivere una socialità attiva, abbiamo ritenuto importante creare occasioni e spazi d’incontro tra componenti diversi della popolazione che l’isolamento aveva ulteriormente penalizzato.

Abbiamo quindi iniziato a organizzare pomeriggi di gioco e merenda per fare in contrare anche quei bambini e quelle bambine che normalmente non si sarebbero incontrati.

È stato l’inizio di una bella amicizia anche fra gli adulti e sono nate tante iniziative: gli incontri per cucire insieme, la scuola di italiano e, da ultimo, il corso di cucina culminato nella convivialità della cena del 28 giugno.

La coreografica e accurata esposizione dei vari piatti è stato l’esito conclusivo della preparazione – durata due giorni – di un menù arricchito continuamente (per riguardo agli ospiti!), secondo le intenzioni e le direttive di Saadia che, con instancabile attivismo ha cucinato e coordinato la “sua squadra” e le volontarie del corso.

Queste, non ancora padrone dell’efficiente e creativa gestualità delle donne marocchine, hanno contribuito con entusiasmo alle preparazioni di base, ai riordini e al servizio a tavola, in un clima di solidarietà, empatia e allegria.

Assemblea del I Circuito 17/05/2024

In data 17/05/2024 si è svolta l’Assemblea del I Circuito della Chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi.

Dagli atti dell’Assemblea si riporta un estratto dei punti più significativi approvati durante l’incontro.

  • L’Assemblea approva la seguente dichiarazione:
    Seguiamo con sempre crescente apprensione gli eventi nella Striscia di Gaza, che vede una situazione contrassegnata da ritorsioni e violenze ingiustificate contro una popolazione stremata, e da violazioni sistematiche dei diritti umani, ed esprimiamo la nostra preoccupazione e il nostro profondo dolore. Non dimentichiamo l’orrore della strage, dei rapimenti, degli stupri di civili inermi compiuta da Hamas il 7 ottobre 2023; ma riteniamo inaccettabile, e dunque condanniamo fermamente, il massacro della popolazione civile nella Striscia di Gaza, messo in atto sistematicamente da mesi dall’esercito israeliano. E’ intollerabile che tale massacro venga presentato come un inevitabile e per questo accettabile effetto collaterale delle azioni necessarie a garantire la propria sicurezza nazionale, e ciò con disprezzo del diritto internazionale e dei più elementari principi di umanità. Auspichiamo e preghiamo che il governo di Israele desista immediatamente da tutte le azioni ostili che sono definite “punizioni collettive” dal diritto internazionale, tra cui gli attacchi militari contro obiettivi civili e l’assedio che impedisce l’accesso a cibo, medicine e carburante alla popolazione palestinese di Gaza. Auspichiamo e preghiamo altresì che il Governo italiano si adoperi con ogni mezzo al fine di pervenire nel più breve tempo possibile ad un cessate il fuoco che apra una prospettiva di pace duratura. Con la stessa apprensione guardiamo alla guerra in Ucraina, con la minaccia di una escalation globale del conflitto, e alle tante guerre dimenticate e ignorate dai mezzi di informazione. Esse sono il segno che la guerra continua ad essere uno strumento di regolazione dei conflitti, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’umanità e del pianeta. Ha ripreso corpo l’idea che l’ordine mondiale debba essere basato sullo scontro tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli. Le Nazioni Unite sono umiliate e il diritto internazionale sostituito dalla forza della potenza militare, preludio della guerra globale. Pur riconoscendo la complessità di queste situazioni e la fragilità e marginalità delle nostre chiese in tale quadro, riteniamo che questo non giustifichi mai il silenzio, perché la storia ci insegna che l’orrore e l’ingiustizia si rafforzano con il silenzio di chi invece avrebbe potuto parlare. E dunque invitiamo tutte le istanze che compongono il corpo della Chiesa a esprimere il nostro No alla guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, senza fuggire il confronto, la riflessione consapevole e la mobilitazione su questi temi, e a rinnovare il nostro impegno di costruttrici e costruttori di pace, nella preghiera, nella denuncia, nell’azione.
  • L’Assemblea evidenzia la necessità che la Tavola valdese, laddove ne venga ravvisata la possibilità, l’opportunità e l’urgenza, sia posta nella condizione di poter rilasciare comunicati ufficiali su questioni di rilevanza pubblica nazionale o internazionale che interrogano il corpo della Chiesa. Invita il Sinodo a dotarsi degli strumenti più adeguati a tal fine, nel rispetto dell’ecclesiologia e degli ordinamenti propri della Chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi.

Ritrovarsi a cena per costruire l’inclusione

Una bella serata di dialogo e di fraternità al di là delle culture, delle provenienze e delle fedi; una cena marocchina cucinata insieme, aperta a tutt* per sostenere le iniziative della nostra diaconia.

Un percorso iniziato all’indomani della pandemia, che ci aveva rinchiuso ancora di più nelle nostre bolle: ci è sembrato importante creare intenzionalmente occasioni e spazi per incontrarci, pezzi diversi di popolazione, pezzetti di tessuto sociale diversi che la pandemia aveva allontanato ancora di più gli uni deglli altri.

E quindi abbiamo iniziato a organizzare dei pomeriggi di gioco e merenda per fare incontrare anche quei bambini e quelle bambine che normalmente non si incontrerebbero. 

Ed è stato l’inizio di una bella amicizia anche fra gli adulti, e sono così nate tante belle iniziative: gli incontri per cucire insieme, la scuola di italiano, e da ultimo il corso di cucina. Un modo, anche, per offrire oltre che ricevere, ed essere tutti e tutte protagoniste della costruzione di una società più bella, più ricca, più coesa.

A volte questo passa anche attraverso le piccole cose. Soprattutto quando sono fatte insieme.

GPA: Gestazione Per Altri

Il 21 aprile un discreto pubblico si è interrogato sul tema “gestazione per altri” guidato da Libero Ciuffreda, oncologo membro della FCEI e Silvia Rostain avvocata membro della commissione bioetica BMV nell’incontro organizzato dall’Unione Femminile di Torre Pellice e dal Consiglio del 1° circuito.

Sgombrato il campo dalle incertezze semantiche e definita con chiarezza l’importanza delle parole nell’affrontare un tema complesso e ostico, che va a coinvolgere etica, morale, scienza, società, politica e fede, si è potuto almeno delimitare i contorni del problema.

I due relatori sono stati precisi e efficaci e Karola Stobäus e Davide Rostan hanno ben coordinato gli interventi che si sono susseguiti, intenti a stimolare la discussione; spiace fossero assenti le fasce di età e sociali congruenti con il tema.

Che il pomeriggio abbia smosso le coscienze lo si è notato dai capannelli creatisi al termine dell’incontro, quando ci si è continuati a interrogare su una tematica che coinvolge molte figure differenti oltre a colpirci emotivamente, al di là di chiusure ideologiche oppure fideistiche come il pontificio documento Dignitas Infinita.

In un momento storico in cui il nostro Paese vive un forte e generalizzato reflusso, dove la realtà nazionale politica è a maggioranza ben differente da quanto noi vorremmo, dobbiamo compattarci, per quanto sempre più deboli, e difendere quanto ci vuole essere tolto o fortemente limitato (aborto) e insistere perché unioni civili e adozioni in coppie omogenitoriali vengano regolamentate da buone leggi.

Senza dimenticare il fine vita che l’andazzo governativo tende a ignorare o, come per gli altri temi etici, a sminuirne l’impatto e l’importanza. Indispensabile una medicina sociale che si occupi di chi c’è e delle difficoltà a curarsi nel senso più basico, e che i nostri sforzi vadano alla difesa del Sistema Sanitario Nazionale sempre più in difficoltà in una popolazione impoverita nei servizi, e non solo, e poco sensibile a tematiche “alte”.

Trovare i modi di coinvolgere le persone è dovere di tutti in tutti i campi di convivenza civile; ed è un dovere difendere i diritti che si vogliono comprimere, subdolamente.

Di GPA è utile parlarne per interrogarci, per ora null’altro.

Noi e l’ambiente

E se i soldi delle armi li usassimo per il clima?

Con questa domanda si apre un interessante articolo apparso a marzo sulla rivista Lifegate, curato da Simone Santi.

L’Italia negli ultimi cinque anni ha aumentato dell’86% l’esportazione di armi, fortemente collegata al conflitto fra Russia e Ucraina, alla quale il sostegno di forniture militari non è mai mancato da parte del nostro Paese.

L’Italia è oggi il sesto esportatore di armi al mondo.

Nel 2022 si sono spesi 2.240 miliardi di dollari in armi, ma se invece che in armi i Paesi più sviluppati investissero nella lotta ai cambiamenti climatici e nel supporto ai Paesi più deboli e a rischio, avremmo già raggiunto metà dell’obiettivo.

Secondo l’Agenzia europea per l’Ambiente servono infatti 4.500 miliardi l’anno per consentire la transizione energetica globale.

A fronte delle sfide che ci attendono in merito alla crisi climatica che il nostro Pianeta sta attraversando, sarebbe davvero auspicabile un cambiamento di rotta negli investimenti, garantendo il sostegno promesso alle economie emergenti, cessando di fomentare conflitti, definendo politiche ambientali percorribili e funzionali.

Famiglie in cammino

Giovedì 18 Aprile ho partecipato ad una interessante serata dal titolo “Affettività e sessualità – affrontare i cambiamenti mantenendo dialogo e connessione genitori e figli”, terzo incontro organizzato all’interno del progetto “Famiglie in cammino” promosso da diversi Enti del territorio impegnati nel sociale, tra cui la Chiesa Valdese.

Nella sala del Centro Famiglie di Torre Pellice, genitori, educatori, educatrici, insegnanti e simpatizzanti hanno avuto la possibilità di dialogare con la Psicoterapeuta Silvia Spinelli, meglio conosciuta sui social come La Psicologa Silvia.

La Dottoressa Spinelli, in due ore circa e partendo dalle nostre domande, è riuscita a toccare corde importanti e intime dando ai presenti parecchi spunti di riflessione.

Uno dei primi argomenti su cui ci ha fatto confrontare è stato quello dell’imbarazzo, forse risultato del retaggio culturale ed educativo da cui proveniamo.

E’ emerso infatti come anche chi ritiene di avere una mentalità aperta e di essere pronto senza problemi ad affrontare “questi argomenti”, si trovi in difficoltà a dialogare con i propri figli e le proprie figlie o come dicono loro, possa risultare “cringe”.

Con il suo approccio aperto e ironico, pur sempre molto professionale e profondo, la Dott.ssa Spinelli è riuscita ad analizzare una serie di questioni conducendoci ad un concetto base: tutto quello che riguarda l’argomento della sessualità e degli affetti e che in generale dovrebbe essere presente in tutte le relazioni, è la comunicazione.

Saper ascoltare, senza necessariamente dover giudicare, potrebbe essere quel famoso ingrediente segreto che ogni genitore che si approccia ad un figlio o una figlia adolescente (o pre adolescente) vorrebbe saper utilizzare.

Abbiamo inoltre riflettuto su come il detto “prima il dovere poi il piacere”, che spesso dirige le nostre esistenze, influenzi anche il nostro approccio alla sessualità, come se non meritassimo di poter godere di qualcosa di bello, importante ed impattante e che dimostrarsi troppo spensierati rispetto all’argomento ci renda in qualche modo colpevoli.

In ultimo abbiamo affrontato la questione dal punto di vista dell’orientamento sessuale ed è emerso come molti giovani oggi siano confusi rispetto alla loro sessualità e preferiscano descriversi come fluidi, piuttosto che incasellarsi in una definizione.

Nonostante sembri che alcuni di loro vivano la questione in modo normale e spensierato, la platea ha comunque sottolineato come ancora tanti giovani subiscano discriminazioni o vengano bullizzati rispetto alle proprie scelte sessuali e di come sia importante per tutti gli attori coinvolti aiutarli e proteggerli.

Credo che occasioni come queste, aperte anche alle famiglie e non solo agli addetti ai lavori, siano molto importanti per creare una comunità consapevole, capire che non siamo soli e per far crescere noi genitori insieme ai nostri figli e alle nostre figlie.