Giorno 4: per gli ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti da Israele

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 4: per gli ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti da Israele

Nell’aprile 2024, c’erano 9.500 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, di cui 60 donne e 170 bambini, di cui 40 in detenzione amministrativa. Questo è un numero che potrebbe essere inesatto al ribasso perché a partire dal 7 ottobre c’è stato un numero imprecisato di arresti a Gaza e in Cisgiordania. I prigionieri vengono condannati nei tribunali militari dove non c’è Appello, e nessun giusto processo trasparente. Il tasso di assoluzione non supera lo 0,03%, il che significa che un palestinese portato davanti a un tribunale militare, indipendentemente dall’accusa, ha il 99,97% di possibilità di essere condannato. Secondo alcune associazioni per i diritti dei prigionieri, ci sono anche 350 cadaveri nei frigoriferi, alcuni dei quali sono lì da anni, trattenuti da Israele senza consentire sepolture adeguate, oltre ad un numero imprecisato di cadaveri palestinesi sepolti in fosse comuni. L’8 giugno 2024, 120 ostaggi erano ancora prigionieri nella Striscia di Gaza, di cui 116 sono stati rapiti il 7 ottobre 2023, insieme ad altri quattro ostaggi catturati in precedenza. Hamas ha offerto di liberare tutti gli ostaggi in cambio del rilascio di tutti i prigionieri palestinesi.

Preghiamo:

1 A te alzo gli occhi, a te che siedi nei cieli! 2 Ecco, come gli occhi dei servi guardano la mano del loro padrone, come gli occhi della serva guardano la mano della sua padrona, così gli occhi nostri sono rivolti al Signore, al nostro Dio, finché egli abbia pietà di noi. 3 Abbi pietà di noi, Signore, abbi pietà di noi, perché siamo più che sazi di disprezzo. (Salmo 123,1-3)

Abbi pietà di noi, Signore, perché siamo stati completamente umiliati. Siamo straziati, straziate da dolore, morte, fame, sete e malattia. Padre nostro che sei nei cieli, guardaci e abbi misericordia. Alziamo le braccia verso di, a Te gridiamo, nostro Signore e Padre, misericordia. Ci senti, Signore? Vedi i malvagi e ciò che stanno per compiere? Ti preghiamo, o Signore, diffondi la giustizia in tutta la terra. Gaza è sotto assedio da tue creature, Tu solo potrai rompere l’assedio e salvare gli oppressi. Abbi pietà, Signore. Le nostre anime sono stanche di umiliazione e morte. Amen!

 

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Giorno 3: per gli sfollati

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 3: per gli sfollati

Si stima che l’85% della popolazione di Gaza, circa 1,93 milioni di individui, sia costretta a vivere in esilio. Quasi 1,4 milioni di sfollati cercano rifugio nelle sovraffollate terre del Vicino Oriente, esacerbandone la vulnerabilità. Prevenire gli spostamenti arbitrari e fornire protezione, assistenza e protezione duratura sono le soluzioni pensate dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari. Tali soluzioni per gli sfollati non sono né facoltative né atti di carità: secondo il diritto internazionale sono gli obblighi a cui deve sottoporsi Israele, in quanto potenza occupante. Le vite dei palestinesi non sono semplici statistiche. Sono famiglie che lottano per sopravvivere, incontrarsi, che hanno persone care morte, sono bambini che cercano di trovare la gioia in mezzo a traumi inimmaginabili. La Terra Santa ha disperatamente bisogno di un cessate il fuoco immediato e permanente, unito a misure significative per documentare le responsabilità per tutte le atrocità che sono state commesse. Per raggiungere una vera pace per entrambi i popoli della Palestina e di Israele, è necessario avere come obiettivo finale una convivenza basata sulla giustizia, invece che sul potere militare, creando una situazione in cui il diritto internazionale venga applicato in modo coerente e senza parzialità. Il viaggio da Gaza City a Rafah attraversando i confini – Una testimonianza di Mayadah Tarazi [una responsabile dell’YWCA della Palestina] Il 5 aprile 2024 è stato il giorno in cui un gruppo di 20 persone, tra cui parte della mia famiglia, ha deciso di andarsene dal rifugio della Chiesa della Sacra Famiglia. Dopo quasi sette mesi di resistenza hanno deciso di lasciare la loro amata patria. La sono nati e cresciuti, hanno ricevuto l’istruzione, hanno lavorato: insomma hanno
vissuto sempre a Gaza City, ma la situazione non era più sostenibile. Tra gli altri, anche mia zia di 82 anni ha deciso di lasciare Gaza con suo figlio e sua nuora e i loro gemelli di 11 anni. La loro decisione è stata presa dopo la morte del marito di mia zia, quando lei ha perso la sua casa e gran parte delle sue cose. Il marito della zia è morto a causa della mancanza di farmaci mentre erano rifugiati in chiesa, riparati per lungo tempo senza cibo adeguato, senza acqua, senza farmaci e niente elettricità. Il viaggio è stato molto duro e rischioso. E’ stato necessario farne gran parte a piedi: nessuna macchina poteva circolare perché le strade erano state completamente danneggiate. Hanno dovuto attraversare a piedi un posto di blocco militare israeliano, un posto di blocco che per qualche motivo era rimasto chiuso per un po’ di tempo. Mentre passavano sono iniziati gli spari verso le persone che camminavano e per miracolo sono riusciti ad attraversare il posto di blocco senza essere colpiti. Dopo oltre otto ore di cammino, hanno finalmente raggiunto il valico di frontiera di Rafah, che purtroppo era chiuso. Hanno trascorso ore ad aspettare, sperando che il confine si aprisse. Dopo altre ore di attesa e alcune procedure tra il confine palestinese ed egiziano per il controllo e il rinnovo dei passaporti, finalmente sono riusciti a passare. Poi hanno viaggiato per 6 ore in autobus fino al Cairo.
Il giorno dopo sono arrivati in Bahrein, dove vive la figlia di mia zia. Desiderava ardentemente rivedere sua madre, suo fratello e la sua famiglia, l’incontro ha suscitato lacrime di felicità nel vedere la madre sana e salva e lacrime di tristezza per la perdita del padre che era morto all’inizio di novembre. L’ultima volta che aveva visto suo padre era stato 10 anni prima, quando aveva visitato la sua casa a Gaza. Dopo quasi sette mesi, la famiglia ha potuto fare una doccia decente, dormire su un letto normale, mangiare pane e cibo appropriati, proprio come tutte le altre persone in qualsiasi altro Paese. Mia zia mi ha raccontato che la prima cosa che ha visto e mangiato quando sono arrivati sono stati i cetrioli; non li vedeva da tanto tempo, prima di tutto a causa del prezzo, che era diventato altissimo (circa 30 dollari per un chilo di cetrioli), e poi erano del tutto spariti. La zia ha anche raccontato che mentre camminavano, hanno scoperto che Gaza era totalmente distrutta…totalmente sparita. In particolare lungo il sentiero del mare, hanno visto che non era rimasto più nulla dei bar o ristoranti, case, edifici. Non c’era alcun segno di vita… Era tutto sparito e vuoto… La moglie di mio cugino ha raccontato: “il due aprile è stato il giorno più difficile da quando c’è stato l’inizio di questa guerra, la prima volta che abbiamo camminato con i carri armati militari israeliani accanto a noi, e non potevamo credere di essere arrivati al valico di frontiera dopo quello che avevamo visto. Stavamo cercando di darci reciprocamente speranza per andare avanti; per il momento non siamo in grado di superare la stanchezza, la paura e l’umiliazione che abbiamo subito in questi mesi. Che Dio dia forza alle persone che percorreranno lo stesso cammino.” Suor Nabila, direttrice della Rosary Sister’s School, era nello stesso gruppo che lasciava Gaza insieme ai miei parenti. Ha raccontato il viaggio di tormento e umiliazione da Gaza City verso sud, fino al valico di Rafah. “Arrivare alla rotonda di Nabulsiyeh sulla spiaggia è stato un miracolo. Dopo essere arrivati, è cominciato il peggio, quando è iniziata una sparatoria sopra le nostre teste. Poi i carri armati ci hanno rapidamente circondato, lanciando sabbia e fango fino a quasi seppellirci. Avremmo voluto tornare alla morte del rifugio, dove ci sentivamo più a nostro agio, ma loro ci hanno impedito qualsiasi movimento e ci hanno trattenuti in quella situazione per alcune ore. Poi ci hanno lasciato passare attraverso i cancelli. Ci siamo dovuti sbarazzare delle nostre borse e degli effetti personali dopo che erano stati sepolti e non avevamo la possibilità di trasportarli. Poi abbiamo fatto una lunga camminata e siamo giunti al confine quando ormai era buio.” Dal 7 ottobre, dopo aver lasciato le loro case e aver trovato rifugio nella chiesa, le loro vite sono cambiate totalmente. Preghiamo affinché Dio protegga tutte le persone che sono ancora a Gaza e che insistono nel non voler partire dalla loro terra.

Preghiamo:

14 Egli mantiene la pace entro i tuoi confini, ti sazia con frumento scelto. 15 Egli manda i suoi ordini sulla terra, la sua parola corre velocissima. (Salmo 147,14-15)

Abbi pietà, o Signore. La pace è a portata di mano, come la porta dove è disponibile il grano per gli affamati. Ma dov’è? Dov’è la pace quando non possiamo attraversare il confine? Dov’è il grano che nutrirà i bambini? In quali mani l’hai messo? Oh Signore, ci sono persone che invece di dare il pane stanno dando la morte. Non hanno tenuto al sicuro i tuoi figli. Per favore, o Signore, non lasciare la storia nelle mani di chi è interiormente morto e vuole che gli altri siano morti. Per favore salva la tua creazione, i tuoi figli, dal male degli altri tuoi figli. Abbi pietà, o Signore.

 

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Giorno 2: per i feriti e i disabili

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 2: per i feriti e i disabili

I dati sui feriti e i disabili non sono chiari a causa della continuazione delle ostilità che non permettono un’adeguata assistenza e registrazione dei casi di feriti e disabili. Secondo l’OMS dal 7 ottobre alla fine di aprile 2024 a Gaza ci sono stati oltre 78.000 feriti. Inoltre, secondo Save the Children, si assiste ad un drammatico deterioramento della salute psicologica e mentale dei bambini di Gaza. Secondo una valutazione dell’UNOCHA 5.000 persone con disabilità, acquisita a causa di ferite riportate durante le ostilità a Gaza, soffrono per la mancanza di rifugi accessibili, e la loro condizione è peggiorata a causa dei servizi medici insufficienti e la trascuratezza dei loro bisogni. La maggior parte dei rifugi non è adeguatamente attrezzata per loro. I rifugi non dispongono dei materassi e dei letti medici necessari, causando ulcere e altri problemi che non possono essere trattati in condizioni non sterilizzate. Le donne e le ragazze rappresentano circa il 45% della popolazione con disabilità. Altre persone che sono state ferite rischiano una disabilità a lungo termine a causa della mancanza di forniture per il trattamento di ferite o fratture minori. Le persone già precedentemente con disabilità vivono sapendo che potranno essere le prime e le prossime a essere uccise a causa delle limitate possibilità di fuga o di partecipazione alle evacuazioni a causa della loro disabilità. Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha citato il caso di Y. M., avvocato di un’organizzazione non governativa, che aveva una disabilità visiva che gli impediva di fuggire dalla sua casa, che si trovava in un’area sottoposta ad attacchi e bombardamenti.  È stato ucciso in casa il 7 dicembre 2023, lasciando quattro figli di due, tre, otto e dieci anni. Il Comitato, esprimendo rammarico per il fatto che i sostenitori dei diritti dei disabili, come Y.M. siano tra le persone ferite, traumatizzate e uccise, ha riferito che Y.M. “Non ha ricevuto informazioni sull’evacuazione in modo tempestivo o accessibile, né lui o i suoi parenti hanno beneficiato di passaggi accessibili, né di sistemazioni e rifugi specifici dove avrebbe potuto trovare le misure di sicurezza e sfuggire all’attacco aereo”. I bambini con disabilità sono a maggior rischio di separazione familiare e la loro sofferenza è insopportabile, ha avvertito il Comitato.

Preghiamo:

3 Il Signore guarisce chi ha il cuore spezzato e fascia le loro piaghe. 6 Il Signore sostiene gli umili, ma abbassa gli empi fino a terra. (Salmo 147,3.6)

Abbi misericordia, Signore, e guarisci chi a Gaza e in Israele ha il cuore spezzato e terribili ferite nel corpo. In mezzo del male provocato proteggi i deboli, i feriti, chi è rimasto senza casa e senza sostentamento. Guida chi cerca la pace, fa che la loro sensibilità contagi le masse che adesso sembra vogliano la guerra; purifica i cuori dal desiderio di vendetta e la pulsione di morte. Signore Iddio, noi tuoi figli e tue figlie abbiamo fede in Te: nessuno può salvare chi è travolto dall’orrore della guerra, se non Tu, l’unico Dio, l’unico padre, il più amorevole.
Dio, ti preghiamo, salva l’umanità dal peccato.
Signore, abbi pietà. Amen!

 

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