Giorno 7: per la ricostruzione di Gaza, bisogni sfide e percorso futuro

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 7: per la ricostruzione di Gaza, bisogni sfide e percorso futuro

Un rapporto della Banca Mondiale pubblicato all’inizio di aprile 2024 ha affermato che la guerra di Israele ha causato danni per un valore di 18,5 miliardi di dollari alle infrastrutture critiche di Gaza. I danni includono 370.000 unità abitative che sono state distrutte e altre 370.000 che sono state danneggiate. In questo momento, oltre un milione di palestinesi sono senza casa. Se la ricostruzione delle case a Gaza iniziasse immediatamente, costerebbe 40 miliardi di dollari e andrebbe avanti fino al 2040. Un rapporto delle Nazioni Unite del luglio 2024 indica che bonificare Gaza da quasi 40 milioni di tonnellate di materiale bellico e macerie richiederà anni, il costo si aggirerà tra i 500 e i 600 milioni di dollari e comporterà 15 anni di lavoro. Un programma di recupero precoce della durata di tre anni per riportare indietro, nelle loro posizioni originali, centinaia di migliaia di Palestinesi che vivono in rifugi temporanei costerà tra i 2 e i 3 miliardi di dollari. Questo in aggiunta al danno prodotto alle strutture agricole, di cui il 50% è stato distrutto, e alle proprietà commerciali, distrutte per il 9%. Ma prima, secondo le stime, dovranno essere rimossi 37 milioni di tonnellate di detriti. Nella Striscia di Gaza, circa il 90 % delle strutture sanitarie sono state danneggiate o distrutte. La distruzione delle infrastrutture sanitarie di Gaza ha lasciato solo 10 ospedali su 36 a malapena funzionanti: per esempio le amputazioni di arti vengono eseguite senza anestesia e gli aborti spontanei sono aumentati. La crisi sanitaria è stata aggravata dalla mancanza di acqua pulita e forniture mediche essenziali. Ospedali e cliniche lottano per funzionare senza elettricità e molti operatori sanitari sono rimasti feriti o uccisi, il che incide drasticamente sulla capacità del sistema sanitario. Tutte le scuole di Gaza sono state distrutte o trasformate in rifugi per i nuovi senzatetto, e tutte le 12 università sono state decimate. Tutte le strade, le fognature, le tubature e altre infrastrutture critiche hanno subito danni ingenti. Non meno di 2 milioni di persone sono bloccate senza servizi, e praticamente ogni palestinese nella Striscia di Gaza è stato in qualche modo colpito dalla guerra. Gaza ha assistito ad una distruzione quasi completa dell’attività economica in tutti i settori. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che più di 200.000 posti di lavoro sono andati persi a Gaza, pari a circa il 90 percento del numero di persone nella forza lavoro prima del conflitto. L’agenzia delle Nazioni Unite calcola inoltre che la perdita di reddito a Gaza abbia raggiunto i 4,1 milioni di dollari al giorno, il che equivale a una diminuzione dell’80 percento del prodotto interno lordo (il valore della produzione totale di beni e servizi prodotti dall’economia). Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo stima che l’indice di sviluppo a Gaza sia regredito di 40 anni. L’indice valuta come fattori gli anni dedicati all’istruzione dalle persone, la percentuale di coloro che raggiungono un titolo di studio, la salute e la speranza di vita alla nascita. In altre parole, tutti gli investimenti nello sviluppo delle risorse umane negli ultimi 40 anni a Gaza sono stati decimati. Per andare avanti, Gaza ha bisogno del più grande sforzo di ricostruzione postbellica dai tempi della fine della seconda guerra mondiale nel 1945, e questo costerà fino a 50 miliardi di dollari. Oltre alla distruzione dovuta alle armi, la situazione umanitaria all’interno di Gaza è andata peggiorando a causa delle restrizioni al numero di camion di aiuti umanitari autorizzati ad entrare nella Striscia. L’impatto devastante delle necessità umanitarie durerà a lungo, a meno che le esigenze di istruzione temporanea, assistenza sanitaria temporanea, supporto psicosociale alla popolazione venga immediatamente ripristinato e vengano riportati i servizi di base come acqua, servizi igienici ed elettricità. Un milione di bambini – quasi ogni singolo bambino di Gaza – avrà bisogno di assistenza psichiatrica, supporto sanitario e psicosociale. Il conflitto in corso ha provocato abusi e violazioni diffuse del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. La ricostruzione di Gaza richiederà che si possa attraversare la striscia senza limitazioni e che aiuti e interventi urgenti siano facilitati, per arginare la crisi umanitaria e l’imminente carestia.
Come ha sottolineato di recente il Consiglio ecumenico delle Chiese – al di là dell’immediata necessità di un cessate il fuoco, della fine della guerra e delle esigenze umanitarie in termini di accesso e aiuto – sono necessarie anche delle roadmap su come le chiese e le altre comunità religiose possano lavorare insieme per contribuire a costruire la pace a lungo termine.

Preghiamo: [nell’originale Salmo 113,4-7]

1 Alleluia. Lodate, o servi del Signore, lodate il nome del Signore. 2 Sia benedetto il nome del Signore, ora e sempre! 3 Dal sol levante fino al ponente sia lodato il nome del Signore. 4 Il Signore è superiore a tutte le nazioni e la sua gloria è al di sopra dei cieli. 5 Chi è simile al Signore, al nostro Dio, che siede sul trono in alto, 6 che si abbassa a guardare nei cieli e sulla terra? 7 Egli rialza il misero dalla polvere e solleva il povero dal letame (Salmo 113,1-7)

Abbi misericordia, Signore. Oggi è come la Pentecoste; il giorno dello Spirito Santo, lo Spirito di Dio tra il popolo. È il giorno in cui la chiesa è nata, e gli esseri umani sono nati di nuovo. La striscia di Gaza, Rafah e Israele, hanno bisogno di una nuova nascita. Invia lo Spirito Santo, o Dio, rinnova la vita lì a Gaza, in mezzo alle macerie. Signore, tu sei onnipotente e onnipresente, Ti preghiamo, Signore, fai risorgere la
Palestina dalle macerie e dalla distruzione causata dall’uomo e restituisci a palestinesi ed israeliano la speranza di una vita serena, armoniosa e colma di fede. Ti preghiamo, Signore, guarda la nostra situazione. Dal cielo, ti preghiamo, guarda la crudeltà dell’umanità e l’indifferenza di chi non si sente coinvolto. Ti preghiamo, fa’ finire l’indifferenza e la crudeltà, guidaci lungo la strada che permette alla pace di prevalere nei cuori e nelle menti. Signore, abbi pietà. Amen!

 

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Giorno 6: per la comunità internazionale

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 6: per la comunità internazionale

Il 21 settembre si celebra la Giornata internazionale della pace presso le Nazioni Unite, ma oggi i poteri forti del mondo sembrano non ascoltare più la voce dell’ONU. Alle Nazioni Unite sono state approvate 191 risoluzioni su Palestina e Israele, eppure non sembra che vengano ascoltate e neppure accolte. La risoluzione 2735 del 10 giugno 2024 ha sostenuto una proposta per gli ostaggi e il cessate il fuoco nella guerra tra Hamas e Israele e ha ribadito il sostegno alla soluzione dei due stati. Ciò ha dato speranza, ma non è stata ancora attuata. Perché, anche adesso, non c’è ancora una soluzione? Come mai le cose stanno solo peggiorando? Nel gennaio 2024 la Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di adottare tutte le misure necessarie per impedire un genocidio a Gaza, ma nei mesi successivi almeno altre 5.000 persone hanno perso la vita. Anche la Corte penale internazionale si è pronunciata sui crimini di guerra commessi dai leader israeliani durante questa guerra, ma per il momento questo non ha comportato nessun cambiamento. La Terra Santa dovrebbe essere protetta per tutti, indipendentemente dalla religione o dalla nazionalità. Possano i leader della chiesa e i rappresentanti eletti in tutto il mondo pregare per la
pace, intraprendere azioni significative per sostenere il rispetto dei diritti umani e della dignità, e sostenere il lavoro per porre fine alla violenza verso una pace giusta per tutte le persone che vivono nella regione.

Preghiamo: [nell’originale salmo 74,10-12]

1 Fino a quando, o Signore, mi dimenticherai? Sarà forse per sempre? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? 2 Fino a quando avrò l’ansia nell’anima e l’affanno nel cuore tutto il giorno? Fino a quando s’innalzerà il nemico su di me? 3 Guarda, rispondimi, o Signore, mio Dio! Illumina i miei occhi perché io non m’addormenti del sonno della morte, 4 affinché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!» e non esultino i miei avversari se io vacillo. 5 Quanto a me, io confido nella tua bontà; il mio cuore gioirà per la tua salvezza; io canterò al Signore perché m’ha fatto del bene. (Salmo 13,1-5)

Abbi misericordia, Signore. Ci sono persone che vogliono espellere i e le palestinesi dalla loro terra, vogliono sostituirli con altri abitanti. Milioni di persone sono rimaste senza casa, per strada. Ci hai abbandonato, Signore? Sei tu che hai detto “Se la donna che allatta abbandona il figlio, io non ti abbandonerò.” Signore, in te abbiamo fiducia. La situazione peggiora sempre più, abbi misericordia, Signore. Amen.

 

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Giorno 5: per le donne e i bambini sotto tiro

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 5: per le donne e i bambini sotto tiro

Una testimonianza di Hana Kirreh, una donna molto impegnata nel sostegno alle vittime e sul fronte della pace. “Come al solito, durante le aggressioni contro Gaza, le vittime sono civili, tra cui donne, bambini e anziani. Ciò è dovuto alla densità della popolazione di Gaza. I civili sono colpiti direttamente dai bombardamenti e dalle sparatorie, così come indirettamente dalla mancanza di accesso a servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, l’acqua pulita, e un riparo adeguato. Questa recente aggressione a Gaza ha causato notevoli crisi umanitarie e ha portato a vittime e malattie diffuse tra non combattenti. La situazione delle donne e dei bambini a Gaza durante l’attuale aggressione è terribile. Vorrei menzionare alcuni aspetti chiave relativi alla loro situazione.

  1. Impatto dei bombardamenti e degli attacchi. Le donne e i bambini stanno sopportando un un carico sproporzionato a causa della loro vulnerabilità. Sono spesso direttamente colpiti da bombardamenti, attacchi aerei e operazioni militari, che portano a feriti, morti e sfollati.
  2. Assistenza sanitaria e aiuti umanitari. L’accesso all’assistenza sanitaria diventa fortemente limitato durante i conflitti, rendendo difficile la cura delle ferite e delle malattie. Gli aiuti umanitari, compresi cibo, acqua e forniture mediche, è limitato, il che aggrava il disastro.
  3. Impatto psicologico. I bambini di Gaza stanno crescendo in mezzo a violenza e aggressività, che hanno un impatto significativo sulla loro salute mentale e psicologica. Sperimentano traumi, ansia e stress, che possono avere effetti a lungo termine sul loro sviluppo.
  4. Interruzione dell’istruzione. Le scuole e le strutture educative diventano spesso obiettivi e sono utilizzati come rifugi per i civili in situazioni molto difficili, dove vivono senza igiene e privacy. Questa interruzione nell’istruzione influisce sull’apprendimento dei bambini e sulle loro prospettive future.
  5. Difficoltà economiche. Oltre a tutte le difficoltà sopra menzionate, l’attuale aggressione a Gaza peggiora le condizioni economiche, portando alla povertà e alla disoccupazione.
  6. Spostamento e rifugio. Le famiglie spesso lasciano le loro case, cercando rifugio in condizioni di sovraffollamento e inadeguate, come scuole delle Nazioni Unite o rifugi temporanei. Questo spostamento li espone ulteriormente a rischi per la loro salute e all’insicurezza.
  7. Violenza contro le donne. In tempi così difficili, i tassi di violenza domestica e la violenza di genere tendono ad aumentare. Le donne e le ragazze affrontano rischi maggiori di violenza sessuale, sfruttamento e abuso.
  8. Risposta internazionale. Organizzazioni internazionali e agenzie umanitarie di solito lavorano per fornire assistenza e protezione alle donne e ai bambini durante le guerre. Tuttavia, durante l’aggressione attuale, l’accesso e la consegna di aiuti sono ostacolati dalle ostilità e dalle restrizioni in corso.

Le aggressioni a Gaza impongono l’urgente necessità di un intervento umanitario, della protezione delle vite dei civili e di sforzi a lungo termine per affrontare le cause profonde di conflitto nella regione. Per affrontare le conseguenze della guerra sulle donne e sui bambini è necessario un approccio multidisciplinare e sfaccettato, che coinvolge aiuti umanitari, interventi politici e politiche a lungo termine. La cosa più urgente ed importante è che i governi lavorino fortemente per un cessate il fuoco. Voi pregate intensamente e incessantemente per la liberazione, la pace e la giustizia. Il 6 maggio, l’ONU ha pubblicato dati che mostrano che 34.735 persone sarebbero state uccise a Gaza, tra cui oltre 9.500 donne e oltre 14.500 bambini.

Preghiamo:

17 Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che hai reso forte per te, 18 e noi non ci allontaneremo da te. Facci rivivere, e noi invocheremo il tuo nome. 19 Signore, Dio degli eserciti, ristoraci, fa’ risplendere il tuo volto e saremo salvi. (Salmo 80,17-19)

Abbi pietà, Signore. C’è guerra e morte, i bambini e le bambine piangono. Gesù, tu che hai detto “lasciate che i bambini vengano a me”, ecco i bambini e le bambine di Gaza, di Rafah e di Israele: essi sono schiacciati dai capi della guerra dal punto di vista fisico e psicologico. Abbi pietà dei piccoli, Signore, delle loro grida e agonia. Ascolta le nostre preghiere. Dio onnipotente, mostraci la via, donaci luce e salvezza. Abbi pietà, Signore. Amen!

 

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Giorno 4: per gli ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti da Israele

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 4: per gli ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti da Israele

Nell’aprile 2024, c’erano 9.500 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, di cui 60 donne e 170 bambini, di cui 40 in detenzione amministrativa. Questo è un numero che potrebbe essere inesatto al ribasso perché a partire dal 7 ottobre c’è stato un numero imprecisato di arresti a Gaza e in Cisgiordania. I prigionieri vengono condannati nei tribunali militari dove non c’è Appello, e nessun giusto processo trasparente. Il tasso di assoluzione non supera lo 0,03%, il che significa che un palestinese portato davanti a un tribunale militare, indipendentemente dall’accusa, ha il 99,97% di possibilità di essere condannato. Secondo alcune associazioni per i diritti dei prigionieri, ci sono anche 350 cadaveri nei frigoriferi, alcuni dei quali sono lì da anni, trattenuti da Israele senza consentire sepolture adeguate, oltre ad un numero imprecisato di cadaveri palestinesi sepolti in fosse comuni. L’8 giugno 2024, 120 ostaggi erano ancora prigionieri nella Striscia di Gaza, di cui 116 sono stati rapiti il 7 ottobre 2023, insieme ad altri quattro ostaggi catturati in precedenza. Hamas ha offerto di liberare tutti gli ostaggi in cambio del rilascio di tutti i prigionieri palestinesi.

Preghiamo:

1 A te alzo gli occhi, a te che siedi nei cieli! 2 Ecco, come gli occhi dei servi guardano la mano del loro padrone, come gli occhi della serva guardano la mano della sua padrona, così gli occhi nostri sono rivolti al Signore, al nostro Dio, finché egli abbia pietà di noi. 3 Abbi pietà di noi, Signore, abbi pietà di noi, perché siamo più che sazi di disprezzo. (Salmo 123,1-3)

Abbi pietà di noi, Signore, perché siamo stati completamente umiliati. Siamo straziati, straziate da dolore, morte, fame, sete e malattia. Padre nostro che sei nei cieli, guardaci e abbi misericordia. Alziamo le braccia verso di, a Te gridiamo, nostro Signore e Padre, misericordia. Ci senti, Signore? Vedi i malvagi e ciò che stanno per compiere? Ti preghiamo, o Signore, diffondi la giustizia in tutta la terra. Gaza è sotto assedio da tue creature, Tu solo potrai rompere l’assedio e salvare gli oppressi. Abbi pietà, Signore. Le nostre anime sono stanche di umiliazione e morte. Amen!

 

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Giorno 2: per i feriti e i disabili

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 2: per i feriti e i disabili

I dati sui feriti e i disabili non sono chiari a causa della continuazione delle ostilità che non permettono un’adeguata assistenza e registrazione dei casi di feriti e disabili. Secondo l’OMS dal 7 ottobre alla fine di aprile 2024 a Gaza ci sono stati oltre 78.000 feriti. Inoltre, secondo Save the Children, si assiste ad un drammatico deterioramento della salute psicologica e mentale dei bambini di Gaza. Secondo una valutazione dell’UNOCHA 5.000 persone con disabilità, acquisita a causa di ferite riportate durante le ostilità a Gaza, soffrono per la mancanza di rifugi accessibili, e la loro condizione è peggiorata a causa dei servizi medici insufficienti e la trascuratezza dei loro bisogni. La maggior parte dei rifugi non è adeguatamente attrezzata per loro. I rifugi non dispongono dei materassi e dei letti medici necessari, causando ulcere e altri problemi che non possono essere trattati in condizioni non sterilizzate. Le donne e le ragazze rappresentano circa il 45% della popolazione con disabilità. Altre persone che sono state ferite rischiano una disabilità a lungo termine a causa della mancanza di forniture per il trattamento di ferite o fratture minori. Le persone già precedentemente con disabilità vivono sapendo che potranno essere le prime e le prossime a essere uccise a causa delle limitate possibilità di fuga o di partecipazione alle evacuazioni a causa della loro disabilità. Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha citato il caso di Y. M., avvocato di un’organizzazione non governativa, che aveva una disabilità visiva che gli impediva di fuggire dalla sua casa, che si trovava in un’area sottoposta ad attacchi e bombardamenti.  È stato ucciso in casa il 7 dicembre 2023, lasciando quattro figli di due, tre, otto e dieci anni. Il Comitato, esprimendo rammarico per il fatto che i sostenitori dei diritti dei disabili, come Y.M. siano tra le persone ferite, traumatizzate e uccise, ha riferito che Y.M. “Non ha ricevuto informazioni sull’evacuazione in modo tempestivo o accessibile, né lui o i suoi parenti hanno beneficiato di passaggi accessibili, né di sistemazioni e rifugi specifici dove avrebbe potuto trovare le misure di sicurezza e sfuggire all’attacco aereo”. I bambini con disabilità sono a maggior rischio di separazione familiare e la loro sofferenza è insopportabile, ha avvertito il Comitato.

Preghiamo:

3 Il Signore guarisce chi ha il cuore spezzato e fascia le loro piaghe. 6 Il Signore sostiene gli umili, ma abbassa gli empi fino a terra. (Salmo 147,3.6)

Abbi misericordia, Signore, e guarisci chi a Gaza e in Israele ha il cuore spezzato e terribili ferite nel corpo. In mezzo del male provocato proteggi i deboli, i feriti, chi è rimasto senza casa e senza sostentamento. Guida chi cerca la pace, fa che la loro sensibilità contagi le masse che adesso sembra vogliano la guerra; purifica i cuori dal desiderio di vendetta e la pulsione di morte. Signore Iddio, noi tuoi figli e tue figlie abbiamo fede in Te: nessuno può salvare chi è travolto dall’orrore della guerra, se non Tu, l’unico Dio, l’unico padre, il più amorevole.
Dio, ti preghiamo, salva l’umanità dal peccato.
Signore, abbi pietà. Amen!

 

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Giorno 1: per le vittime

Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024

Giorno 1: per le vittime

Il bilancio totale delle vittime di Israele è di 1.410 morti, di cui, 1.139 sono stati uccisi negli attacchi del 7 ottobre 2023, inoltre, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (d’ora in poi UNOCHA), sempre il 7 ottobre sono state ferite almeno altre 1.271 persone.

Come pubblicato sempre dall’UNOCHA, almeno 40.000 palestinesi sono stati uccisi in 10 mesi, di cui almeno 10.627 bambini, (663 di età inferiore a un anno). Secondo l’OMS, dal 7 ottobre alla fine di aprile 2024, ci sono stati oltre ai 40.000 morti, anche 78.000 feriti a Gaza e ogni giorno la guerra miete ulteriori vittime civili. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che, fino ad oggi, il 25% delle persone uccise a Gaza siano stati uomini in età lavorativa. Inoltre, Israele non dichiara il numero di palestinesi che arresta e chiude in campi di detenzione in condizioni subumane, luoghi dove vige la tortura, e dove le persone vivono senza diritti legali e senza un giusto processo. Come cristiani, siamo chiamati/e a incarnare i principi di giustizia, pace e sicurezza in tutti i loro aspetti: quelli economici e in quelli sociali. La nostra fede ci obbliga a rispondere alle grida di sofferenza e a lavorare per una pace e una giustizia durature. La crisi attuale ci ricorda la nostra responsabilità di difendere coloro che sono in difficoltà e di usare la nostra voce collettiva per chiedere la fine della violenza e l’instaurazione di una pace duratura. Anche in tempi di oscurità e di disperazione, la nostra fede ci chiama a mantenere la speranza, anche quando vediamo le ingiustizie nel mondo, a fornire accompagnamento alle vittime e a rinnovare gli sforzi per una pace giusta per tutti e tutte.

Preghiamo:

3 Non confidate nei prìncipi, né in alcun figlio d’uomo, che non può salvare. 4 Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi progetti. 7 Il Signore rende giustizia agli oppressi, dà il cibo agli affamati. Il Signore libera i prigionieri (Salmo 146,3-4.7)

Abbi misericordia, Signore. Su di te abbiamo fatto affidamento. Non su coloro che il mondo definisce vincenti, non sugli esseri umani. Essi non possono offrire la salvezza, sono loro che portano la guerra. La nostra unica fiducia è in te, Signore nostro. Fai giustizia agli oppressi, dai il pane agli affamati, allenta le catene dei prigionieri. Vieni, Signore, presto, a Gaza, a Rafah, e a tutte le persone che vivono in Terrasanta. C’è chi si è dimenticato di Te e si è perso lungo la strada della morte. Ti preghiamo, salvali Signore. Amen.

 

Per ascoltare la lettura dei materiali con interviste e commenti: RBE – Voce delle chiese

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Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele: preghiera e impegno

Raccogliendo l’invito del Consiglio Ecumenico delle Chiese, fatto proprio anche dal Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, anche la nostra comunità aderisce con convinzione alla Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele 2024, in cui le chiese, le comunità di fede e le organizzazioni della società civile di tutto il mondo si uniranno nella preghiera per una pace giusta per tutti e tutte in Palestina e Israele.

Lo facciamo perché siamo consapevoli di vivere in un tempo in cui la tentazione di lasciarci trascinare nelle polarizzazioni e nelle divisioni che questo tema delicato e complesso porta con sé, e nel quale allora la preghiera comune diventa ancora più importante, perché significa credere nella possibilità del cambiamento, nel fatto che Dio possa fare la differenza, nella possibilità del ravvedimento e della conversione.

 

Preghiera, dunque, ma al tempo stesso anche informazione, approfondimento e riflessione, perché crediamo che tutte queste cose debbano sempre andare insieme. Come lo faremo? In quattro modi diversi:

 

L’approfondimento e la preghiera quotidiana. Pubblicheremo sul nostro sito web e sulla nostra pagina Facebook i materiali per l’approfondimento e la preghiera proposti per ogni giorno della Settimana dal Consiglio Ecumenico delle Chiese. Sarà anche possibile ascoltarne la lettura, con interviste e commenti, all’interno del programma “Voce delle chiese” di RBE – Radio Beckwith Evangelica.

Il confronto con la storia e le radici del conflitto. Abbiamo chiesto a Paolo Naso (politologo, esperto di religione e politica, docente di Scienza politica alla Sapienza, Università di Roma e presso altri istituti universitari) di guidarci in una serata di approfondimento sulla Guerra dei cento anni. Mercoledì 18 settembre, ore 20.45, tempio valdese di Torre Pellice.

Il culto comunitario. Il nostro culto di domenica 22 settembre, giornata conclusiva della Settimana, sarà dedicato alla preghiera e alla riflessione biblica comunitaria sul tema della pace in Palestina e Israele.

L’impegno concreto. Abbiamo aderito e stiamo già raccogliendo i contributi alla sottoscrizione “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace lanciata dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia in collaborazione con il Centro Studi Confronti, per contribuire all’invio di aiuti umanitari per Gaza, e per attivare progetti di dialogo per la convivenza e la pace tra israeliani e palestinesi.

Preghiera per la pace

Martedì 12 Dicembre alle ore 18 si terrà un momento di preghiera  per la Pace che è stato pensato dal consiglio del I° Circuito.
Nell’organizzazione sono state coinvolte alcune delle realtà religiose della valle con cui è stato possibile mettersi in contatto, riconoscendosi nella comune vocazione all’unità che il Signore ci rivolge e con la fiducia che la testimonianza della speranza che il Signore ci dona possa essere la base della comune preghiera.

Vi invitiamo dunque a partecipare per ritrovarci insieme presso il tempio di Torre Pellice.